NON SPOSATE LE MIE FIGLIE di Philippe de Chauveron, 2015

C’erano una volta un musulmano, un ebreo e un cinese. E alla fine arriva pure l’uomo nero. Inizia come una barzelletta l’ultimo film di Philippe de Chauveron, senza che però la storia riesca a innescare i meccanismi di quella comicità capace di far sì che una poco pretenziosa storiella indossi le ali della raffinata commedia.

Le quattro figlie femmine di una conservatrice famiglia cattolica francese mettono a dura prova le capacità di sopportazione dei pur volenterosi genitori. Ciascuna di loro prende in marito un tassello di quel “multiculturalismo”, che, restato a lungo un tratto caratterizzante dell’esperienza socio-culturale americana e del cinema che ne è la rappresentazione, obbliga ormai anche l’Europa a una seria riflessione “politica”, di fronte alla quale neppure la Decima Musa può chiudere gli occhi. Sono però lontane tanto le atmosfere di Indovina chi viene a cena? quanto il magnetismo esercitato sulla sala dal cinema francese campione di incassi degli ultimi anni (il pensiero corre, evidentemente, a Giù al Nord e a Quasi amici). I dialoghi si susseguono assecondando una per niente esilarante sequela di luoghi comuni: tra prepuzi amputati, divieti alimentari, stereotipi della cultura cinese e una (fin troppo) macchiettistico scambio culturale tra “famiglia bianca” e “famiglia nera”, Non sposate le mie figlie sembra fallire sia l’intento di divertire sia quello di far riflettere. I momenti di fratellanza simboleggiati dalla guerra di palle di neve tra adulti che tornano bambini e dalla Marsigliese cantata con la mano sul cuore da quella che sembra la panchina della nazionale francese di calcio, sembrano davvero troppo poco ai tempi di “Je suis Charlie”.

Prima di avviarsi al prevedibile “vissero tutti felici, contenti e tolleranti”, il film, almeno, lascia nello spettatore la voglia di provare una volta della vita il brivido della Zumba. Perché anche in ciò che sembra lontano e diverso dal nostro modo di essere e di pensare, in fondo, possiamo trovare una parte di noi stessi.

data di pubblicazione 22/02/2015


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