MOBIDIC di Karl Weigel, regia di Massimo De Rossi

16 Nov 2018 | Accredito Teatro

(Teatro Vittoria – Roma, 8/18 novembre 2018)

Terrorista, uomo di teatro, millantatore? Il protagonista dà vita a un incubo ragionato con presenza femminile, cantante e danzante.

Non Moby Dick ma Mobidic a causa di un’importante doppia citazione nei 90 minuti della pièce ma senza alcun filo logico-temporale con l’opera di Melville se non la fascinazione di quel testo quasi sacro, metafora dell’esistenza. Lo spettacolo aspira alle vette della poesia e del lirismo, le sfiora ma non le raggiunge. C’è poca azione e dunque l’ampio scenario teatrale (teatro nel teatro) deve essere per forza movimentato nel gioco della conoscenza tra il protagonista e la sfortunata cassiera, rimasta prigioniera del suo improvvisato carceriere. Prova d’attore per De Rossi. Terrorista posticcio, colpito da un’amnesia dissociativa che gli ha fatto perdere la memoria e il senso della realtà. Ma la dissociazione è reale o simulata? Questo è un dubbio che circola nello spettacolo e che deve essere sostenuto dall’interpretazione della giovane libellula spaurita Roberta Anna a cui spetta il difficile compito di deuteragonista spaesata e cangiante. Prima sospettosa, poi, quasi improvvisamente, solidale e premurosa, forse in ragione anche di qualche bicchiere di troppo. Il suono di una sirena rompe il lungo sequestro di una notte. Si valorizza la filosofia dell’attimo. L’attimo in cui si perde la memoria, l’attimo in cui si sfiora l’accarezzante idea del suicidio (non portata a termine). La scena appare a volte troppo grande, troppo disseminata di sedie e la musica (il ballo) sembrano quasi un pretesto di riempimento perché la parola non risulti troppo tesa e invasiva. Teatro tradizionale che affonda le proprie radici nella forza del testo più che nel gesto anche se le coloriture di De Rossi sono ammirevoli rispetto anche alle reazioni di un pubblico un po’ spaesato. Il Professore smemorato è uno che dimostra di saperla lunga. Curiosa la ripresa di un fatto realmente accaduto, sfruttato per un impianto teatro solenne e ambizioso.

data di pubblicazione:16/11/2018


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