LOVELESS di Andrey Zvyagintsev, 2018

24 Gen 2018 | Accredito Cinema, Novità

In una Russia oramai super patinata, Zhenya e Boris affrontano in maniera rancorosa e aggressiva la decisione inevitabile del loro divorzio, alla luce anche del fatto che entrambi stanno già costruendo una propria vita alternativa sulla quale ripongono grandi aspettative. Messa in vendita la casa coniugale, rimane da affrontare l’unico problema ancora rimasto irrisolto: la sistemazione del proprio figlio dodicenne Alyocha, considerato sin dalla nascita come un intralcio alla realizzazione della loro felicità. Ben consapevole di tutto questo e del futuro che lo attende, il ragazzo un giorno decide di scomparire non lasciando alcuna traccia o indizio che possa in qualche modo agevolarne le ricerche.

 

Il regista e attore Andrey Zvyagintsev, noto nel 2003 per aver vinto a Venezia il Leone d’Oro con il suo film d’esordio Il ritorno, ottenendo un grande successo sia di pubblico che di critica, considerato il degno discepolo del grande Tarkovsky con il suo ultimo lavoro Loveless, premiato dalla giuria al Festival di Cannes 2017, mostra ancora una volta la sua particolare sensibilità. La pellicola infatti affronta temi delicati in cui emergono le problematiche di un paese oramai saturo di benessere, dove tuttavia risultano ancora carenti gli elementi formativi basilari che, dall’intimità del singolo, investono poi il sociale. La limpidezza dei paesaggi invernali ricoperti di neve che sembra cadere senza soluzione di continuità, come a voler rimuovere qualcosa di scomodo, non sembra possa attenuare la cupezza che incombe sui personaggi, alla ricerca di un qualcosa che possa appagare la loro vita in un contesto dove, all’evidente opulenza materiale, risulta altrettanto evidente la mancanza assoluta di amore, tema sul quale ruota l’intera narrazione.

Il regista tiene pertanto a sottolineare quanto sia drammatico non tanto il fatto che Zhenya e Boris non abbiano ricevuto amore dalla famiglia di appartenenza, ma che la tragedia vera e propria risulta essere la loro incapacità nel produrre amore verso sé stessi e verso il loro unico figlio Alyocha. Il desiderio del ragazzo di essere amato si percepisce dal suo pianto silenzioso e, consapevole del deserto affettivo che lo circonda, preferisce sparire guidato dalla ferma volontà di non farsi più ritrovare. Il passare del tempo, nonostante le apparenze, sembra però non voler sbiadire il senso di colpa che attanaglia i due disgraziati genitori, anche dopo essere riusciti a costruire un nuovo nucleo familiare. Il film raggiunge momenti di grande tensione emotiva che difficilmente lo spettatore riesce a dominare, supportati da una recitazione intensa e ricca di pathos. Ci si chiede se a tutto ciò ci sia una via di scampo, se lo domanda il pubblico e la stessa Zhenya che, nella scena finale mentre si esercita in casa sul tapis roulant, guardando fisso nell’obiettivo sembra chiederci un disperato aiuto.

Un film assolutamente da non perdere.

data di pubblicazione:24/01/2018


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