LETTERE DI OPPIO di Antonio Pisu e con Tiziana Foschi, per la regia di Federico Tolardo

7 Gen 2017 | Accredito Teatro

(Teatro dei Conciatori – Roma, 6/15 Gennaio 2016)

Uno stupefacente carteggio tra un’apparentemente inconsapevole donna di corte e il suo arguto maggiordomo

Il sentimento che nutro nei vostri confronti è duro come la roccia, ma la carne è friabile come l’argilla”

Con queste parole la duchessa Dorothy Wellington verga d’inchiostro una delle lettere spedite al marito George, partito per la Cina quattro anni prima (1856) e non ancora tornato dall’Oriente, dove sta combattendo per il Regno Unito nelle cosiddette guerre dell’oppio.

Il messaggio non verrà tuttavia mai letto dal destinatario, atteso che il consorte è deceduto in battaglia. E neppure la notizia della sua morte giungerà alla moglie, giacché Thomas (il maggiordomo di famiglia), per timore di perdere l’incarico a seguito della dipartita del duca, ha sagacemente distrutto la comunicazione del decesso. Per illudere la duchessa che il marito sia ancora vivo, Thomas inizierà a scrivere di suo pugno lettere alla nobildonna; e nonostante qualche esitazione iniziale – il maestro di palazzo, invero, non sa nemmeno leggere molto bene –, si rivelerà abile nel fascinare la signora con le sue parole, ancorché finirà per rimanere stregato lui stesso dal carteggio intrattenuto con Mrs. Wellington.

Lo spettacolo scritto da Antonio Pisu (che interpreta anche la parte del maggiordomo) è allegro e leggero. La sua figura si completa alla perfezione con quella di Tiziana Foschi: lei con il suo volto espressivo – che riesce ad atteggiare a suo piacimento, quasi fosse una maschera d’argilla –, mentre gli sguardi sono meno penetranti; lei con le linee del viso più nette, dure e decise, al contrario di lui con i lineamenti più dolci, tondi e aggraziati; lei con la sua voce stentorea e decisa, lui invece con un timbro più basso e sommesso. Caratteristiche che uniscono gli attori in un rapporto simbiotico, e che suscitano in particolare la curiosità di vedere Antonio Pisu cimentarsi anche in altri ruoli.

I due si muovono abilmente nello spazio scenico realizzato da Tiziana Massaro, reso efficacemente attraverso l’utilizzo di libri simboleggianti la mobilia dell’abitazione, che vengono spostati, fatti cadere, accatastati modellando l’ambiente a seconda della situazione; per le porte sono invece stati utilizzati dei praticabili e sono gli attori a simulare l’apertura e la chiusura delle porte attraverso la loro voce (“clack e clock”).

La rappresentazione risulta vivace e movimentata, sebbene la sua durata eccessiva rischi di minare l’attenzione degli spettatori: l’arte è sottrazione.

“Clack e clock”.

data di pubblicazione:07/01/2017


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