LA BELLE ÈPOQUE di Nicolas Bedos, 2019

(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 17/27 ottobre 2019)

Victor (Daniel Auteuil) un sessantenne disilluso ed annoiato dalla vita e dal mondo tecnologico che lo circonda, è sbattuto fuori casa dalla moglie Marianne (Fanny Ardant) che, per quanto coetanea, vuole invece vivere intensamente la sua età e lo tradisce. Victor coglie allora l’opportunità (tramite un’agenzia che usando perfette ricostruzioni cinematografiche ricrea il passato che i suoi clienti decidono di rivivere) di tornare nel 1974 quando incontrò proprio Marianne. La splendida Margot (Doria Tillier) è l’attrice che impersona il suo amore di allora … ma l’Amore non ha età …

 

”Et voilà du veritable Cinéma!”… ecco questo è buon Cinema! Se per Cinema si intende spettacolo, divertimento, tenerezza, fantasia e capacità di far sognare e commuovere. Non c’è quindi solo Hollywood, talora ci riescono bene anche i francesi, e … perché noi no? Bastava vedere il film italiano in programmazione oggi subito dopo, per darsi una risposta: mancanza di soggetti, di storie, di fantasia, di sceneggiature, di produzioni, di soldi, di narratori, di talenti e di idee che non si brucino ed esauriscano nello spazio di pochi minuti.

Nicolas Bedos, figlio d’arte, talentuoso sceneggiatore, drammaturgo ed attore nonché anche compagno della splendida D. Tillier, dopo il discreto successo di Un Amore sopra le righe suo debutto nella regia nel 2017, torna di nuovo dietro la cinepresa con questa sua opera seconda regalandoci una pregevole commedia dal respiro romantico, passionale ed armoniosa.

Un elogio della nostalgia e della fuga, ma, soprattutto un elogio dell’Amore. L’autore si interroga infatti con garbo, ironia e leggerezza sulla vita che scorre, sul tempo che passa e che è passato e su ciò che rimane ancora, ed anche del futuro, e, lo fa traendo brillantemente spunto dall’incredibile opportunità del suo protagonista di poter “rivivere” e “vivere” momenti ed emozioni del passato.

La fluidità della sceneggiatura, della regia e del montaggio fanno sì che la storia fluisca armoniosamente senza che lo spettatore si perda fra il presente ed il falso passato, fra commedia e dramma, e, soprattutto fanno anche sì che le due realtà si fondano e corrispondano costantemente. La capacità e l’abilità del direttore è proprio nel non scivolare nella trappola dell’elogio amaro del buon tempo passato o della giovinezza o nel patetico amor senile. Qui Bedos è veramente bravo a giocare sempre sui vari livelli di lettura restando pur sempre padrone della storia grazie alla dinamicità della sua regia capace di toccare il tasto delle emozioni sapendo però come lasciarle un attimo prima che esse ci sommergano.

Come detto la sceneggiatura è perfetta, i dialoghi sono ottimi con battute precise, calibrate e cesellate che danno anima vera ai personaggi, il montaggio poi,va ribadito, è così sopraffino che il passaggio fra le varie epoche avviene sovrapponendo parole e sequenze in un gioco talentuoso di elissi continue. I personaggi infine incarnano veramente la vita e, come nella vita, si attraggono e si respingono con un tocco di ironia onnipresente e Bedos dirige magnificamente gli attori che li interpretano. E che attori! Alcune icone del cinema francese e nuove leve in stato di grazia. Su tutti: D. Auteuil da tempo lontano da un ruolo così giusto e così ben recitato, poi F. Ardant brava, fascinosa ed autoironica ed infine la bellissima e dotata D. Tillier, la musa del regista, che illumina lo schermo dando personificazione reale ad un ideale femminile davanti al quale si può restare estasiati.

La belle époque è la conferma della vitalità della cinematografia francese ed è un piacere vederlo, un film pregevole, tenero e vivace da non perdere. Una dolce love-story, romantica, divertente e ricca di ironia pungente e di emozioni.

data di pubblicazione:21/10/2019








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