IPERCONNESSI di Jean M. Twenge- Einaudi Stile Libero Extra, 2018

Il flash back più eloquente sulla società contemporanea è quello di una coppia muta che non si parla, ognuno dei due suoi componenti intenti a scrutare uno smartphone la cui diffusione esponenziale negli ultimi anni ha creato varie forme di dipendenze. L’autrice, riferendosi al particolare contesto della società nordamericana, dove quest’aspetto è ancora più sviluppato, una vera e propria pandemia, si rivolge soprattutto all’universo degli adolescenti per smontare il teorema che l’uso delle tecnologie sia rivolto in direzione del progresso. In realtà dall’esame sociologico sul campo emerge che questa dipendenza dall’oggetto meccanico non crea maggiore indipendenza negli adolescenti. Se ne ricava la fotografia su un compartimento chiuso e immobilizzato, in scarso contatto con la realtà, lontano da pratiche sportive e da una precoce reale autonomia dalle famiglie. Come se questo uso prolungato nel tempo dilatasse i tempi dell’adolescenza e ritardasse il consapevole ingresso nella società adulta, con annessi e connessi: il titolo di studio, la guida di un’autovettura con la conquista della patente, un fidanzamento, un lavoro stabile, il matrimonio, un domicilio proprio. L’infantilismo degli adolescenti è l’interfaccia dell’infantilismo degli adulti che non aiutano la consapevolezza dei propri figli e non ne assecondano l’affrancamento dalla famiglia. Del resto se uno studio canadese conferma come computer, smartphone e televisioni frenino lo sviluppo cognitivo, non c’è da stupirsi di fronte a una tragica constatazione: due ore quotidiane davanti a uno schermo, qualunque esso sia, danneggiano il cervello dei bambini. Un altro studioso- Kinnock- ha messo in statistica i contatti quotidiani di un americano medio con lo smartphone. Gli impulsi ricevuti nel corso della giornata sono quasi 3.000 e i controlli del mezzo 76, risucchiando, attenzione, tempo, incentivando la compulsività e il multi-tasking, pericolosissimo se si sta guidando la macchina. In altre parole questa è la dipendenza più spaventosa del mainstream contemporaneo. Più dell’azzardo, del sesso, dell’alcool, dell’uso (e abuso) di droghe). E questo libro ci aiuta a rendercene conto.

data di pubblicazione:05/10/2018

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