IL PALAZZO DEL VICERE’di Gurinder Chadha, 2017

13 Ott 2017 | Accredito Cinema, Novità

La corona britannica dopo anni di duro imperialismo invia in India, soprattutto per merito della lotta pacifica portata avanti da Gandhi, Lord Mountenbatten che, in qualità di Vicerè, dovrà gestire la delicata fase di transizione che porterà il Paese verso l’indipendenza. L’abilità diplomatica di questi e della sua splendida moglie Edwina serviranno tuttavia più a fronteggiare l’annoso problema della cruenta lotta tra musulmani, induisti e sikh: diversità religiose che, nonostante gli insegnamenti del Mahatma, non riescono a concepire una pacifica convivenza tra di loro. Il conflitto porterà inevitabilmente alla necessità di riconoscere il Pakistan, dove andranno a confluire le popolazioni musulmane, come una nazione autonoma dall’India.

 

Con un rilevante sfarzo di scene e costumi proprie dei colossal d’altri tempi, quando le produzioni non badavano a spese per la buon riuscita dei propri film, Il Palazzo del Vicerè della regista indiana Gurinder Chadha sembra avere tutte le carte in regola per offrire al pubblico una storia zuccherosa ma che, al tempo stesso, si lascia seguire con particolare interesse. Non sembrerebbe che lo sfondo socio-politico della vicenda sia l’elemento determinante della buona riuscita di questa pellicola, né la travagliata storia d’amore, seppur fulcro della vicenda stessa, tra il focoso induista Jeet (Manish Dayal) e la musulmana Aalia (Huma Qureshi), donna leggiadra e bellissima, entrambi casualmente a servizio nello splendido palazzo imperiale. Quello che sicuramente conquista più di ogni altra cosa il pubblico è come la regista abbia saputo conciliare vicende tragicamente storiche, peraltro supportate da splendide immagini d’archivio, con l’ambientazione della vicenda attraverso il susseguirsi di una quotidianità di palazzo dove tutto sembra funzionare con la precisione di un orologio svizzero. All’interno si riesce a cucire una convivenza tra le fazioni in lotta grazie alle buone maniere britanniche di Lord e Lady Mountenbatten, figure splendidamente interpretate da Hugh Bonneville e da Gillian Anderson, mentre all’esterno si tessono sottili trame politiche, all’inizio sconosciute persino agli stessi protagonisti, che sfoceranno poi in una lotta cruenta che mieterà milioni di vittime.

Nell’ultima edizione della Berlinale, dove il film è stato presentato, la regista anglo/indiana ha spiegato le istanze personali che l’hanno indotta ad affrontare un tema così importante: sono un doveroso omaggio al suo Paese e soprattutto alla sua famiglia, anch’essa travolta dalla divisione territoriale che portò settanta anni fa alla nascita del Pakistan come nazione autonoma. Nella maestosa cornice del palazzo si inserisce la storia d’amore melodrammatica fra i due giovani, divisi dalla religione e dalle situazioni contingenti, un Romeo e Giulietta Made in India, con una fine diversa da quella concepita dalle righe del dramma shakespeariano.

data di pubblicazione:13/10/2017


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