IL CONTAGIO di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, 2017

In una Roma dei nostri giorni dove il malaffare sembra dilagare come un’epidemia che contagia in egual misura il corrotto ed il corruttore, Marcello e Mauro sono vittime e carnefici al tempo stesso di un sistema dominato dal potere e dal denaro. Un panorama attualissimo di una città oramai al massimo del degrado morale, dove ai cittadini inermi non rimane altro che constatare l’impunità di ogni atto criminale che invade il settore del pubblico e del privato come qualcosa di ineluttabile, che impera, senza riuscire a scorgere alcuna possibile via di scampo.

Il Contagio, presentato quest’anno al Festival del Cinema di Venezia nella Sezione Giornate degli Autori, è tratto dall’omonimo romanzo di Walter Siti, docente universitario di letteratura italiana conosciuto per i suoi saggi su Montale e Pier Paolo Pasolini, romanziere e vincitore nel 2013 del Premio Strega con il libro Resistere non serve a niente. All’interno di un grande condominio di una non identificata borgata romana si intrecciano vari personaggi femminili che devono affrontare una amara quotidianità senza poter contare sul sostegno dei propri uomini: individui deboli e incapaci di prendersi qualsiasi responsabilità, tutti rivolti a soddisfare unicamente le proprie esigenze personali. Tra questi spicca la figura di Marcello (Vinicio Marchioni), cocainomane che passa tutta la giornata a curare il proprio corpo in palestra, trascurando la moglie Chiara (Anna Foglietta) che deve sobbarcarsi ogni carico domestico vivendo nell’attesa di una benché minima attenzione da parte del marito. Minacciato di morte da una trafficante di droga, al quale deve una ingente somma di denaro, Marcello cerca il sostegno economico del professore Walter (Vincenzo Salemme) con il quale intrattiene una relazione amorosa. Nel palazzo viene intanto ad abitare Mauro (Maurizio Tesei) insieme alla moglie Simona (Giulia Bevilacqua) che cercano subito di stringere un rapporto amichevole con i vicini di casa; Marcello rimane affascinato da Mauro che tuttavia manifesta un atteggiamento poco limpido. Spinto anche da una spasmodica ricerca di danaro facile, Mauro è interessato particolarmente allo sfruttamento dell’ondata di profughi che cercano asilo politico in Italia, divenendo socio di un pericoloso mafioso invischiato in un mega progetto per la costruzione di un centro di accoglienza.

Botrugno e Coluccini, attenendosi quando più fedelmente possibile al romanzo di Siti, hanno fatto un buon lavoro portando sul grande schermo vicende di malaffare molto aderenti alla realtà di oggi, argomenti che suscitano ancora interesse nel pubblico, nonostante il martellamento al quale si viene sottoposti oramai quotidianamente dalla televisione e dai media in generale. Ottimo l’intero cast, anche se in alcune scene l’interpretazione appare un poco sopra le righe, piccole forzature interpretative che però nulla tolgono alla credibilità dell’intera storia. Forte di un’ottima sceneggiatura, il film è sicuramente di valore, non fosse altro che per la realtà rappresentata, cruda, spietata e purtroppo tragicamente attuale.

data di pubblicazione: 02/10/2017


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