IL CASO BELLWETHER di Benjamin Wood – Ponte alle Grazie, 2015

Oscar sta rientrando a casa dopo una lunga giornata di lavoro, passando davanti alla cappella del King’s College viene attratto dal suono celestiale di un organo. Entra, e questa variazione dalle sue abitudini determinerà lo stravolgimento della sua vita.
Mentre è seduto, rapito dalla musica, incontra la sguardo di Iris Bellwether della quale si innamora all’istante; la attende all’uscita della cappella dove farà la sua conoscenza e quella di suo fratello, Eden, l’organista.
Da quel momento Oscar e Iris diventano inseparabili. Oscar viene accolto nella cerchia delle amicizie dei due fratelli, un piccolo gruppo esclusivo socialmente avulso dalla sua realtà.
Pian piano impareremo insieme a Oscar a conoscere meglio Eden, un personaggio molto particolare punto focale del gruppo di amici sui quali esercita un fascino ambiguo e misterioso. Il ragazzo, che con la sua musica celestiale ha convinto Oscar ad entrare ad ascoltare la sua musica, è convinto di riuscire a curare le malattie attraverso l’ipnosi e la musicoterapia.
Veramente un ottimo romanzo di esordio.
Le atmosfere sono così intense e i personaggi descritti così minuziosamente da far dimenticare a tratti che il periodo storico in cui si svolge il romanzo sia quello attuale.
La trama, inizialmente, mi ha un po’ lasciata perplessa, ricordando troppo da vicino le vicende di Revival di Stephen King: d’altra parte il titolo originale del volume di Wood è The Bellwether Revivals…. Il manipolatore Eden Bellwether non può non riportare alla mente la storia del reverendo Charles Jacobs di King, il desiderio di “guarire” il prossimo attraverso le proprie capacità, che siano musicoterapiche e ipnotiche o legate alla “elettricità”, è lo stesso, molto diverse le motivazioni.
Ma in tutti e due vediamo le stesse prerogative: la supponenza, la presunzione, la sicurezza della propria riuscita, della propria “potenza”, la convinzione dell’essere nel giusto e nel considerare le persone che sono loro intorno come danni collaterali sacrificabili sono pressoché le stesse.
Completamente diverse le motivazioni e i finali; King è il più celebre autore di letteratura fantastica/horror e nel suo Revival non poteva tradire le aspettative dei suoi lettori. Wood ci coinvolge, ci irretisce, la tensione e l’incalzare degli eventi aumentano di pagina in pagina fino ad arrivare all’apoteosi finale dove si contrappongono per un’ultima volta Oscar e Eden, la fede nella realtà delle cose del primo e la sicumera di Eden che lo porterà nell’abisso.

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