GRAZIE A DIO di François Ozon, 2019

19 Nov 2019 | Accredito Cinema, Novità

Alexandre vive con la moglie e i suoi cinque figli a Lione. Per puro caso un giorno viene a scoprire che il prete, che aveva abusato di lui quand’era un giovanissimo boy scout, continua a dire messa vicino Lione e si occupa ancora di minori. I ricordi di quella terribile esperienza, per tanti anni rimossi, sembrano ora riaffiorare per chiedere giustizia non solo nei confronti di Padre Bernard Preynat, colpevole di aver molestato circa settanta ragazzi, ma anche verso il Cardinale Philippe Barbarin per non aver denunciato il fatto alle autorità competenti.

 

 

François Ozon è un regista e sceneggiatore francese che ha raggiunto il successo internazionale con 8 donne e un mistero, simpaticissima commedia interpretata da Catherine Deneuve, Fanny Ardant, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart e Virginie Ledoyen., con Grazie a Dio, attualmente in distribuzione nelle sale italiane, presentato in anteprima mondiale nell’ultima edizione della Berlinale, ha vinto l’Orso d’Argento – Gran Premio della Giuria.

Ozon non è la prima volta che tratta con spirito arguto e critico argomenti che riguardano la sessualità umana, non facendo mistero della propria omosessualità. Il film lascia poco spazio alla fiction per assumere la forma di un reportage su vicende realmente accadute in Francia tra gli anni ottanta e novanta, che investirono la società e il mondo ecclesiastico in particolare. Alexandre (Melvil Poupaud) non si darà pace fino a quando non riuscirà a convincere altre vittime di Padre Preynat (Bernard Verley) a denunciare alla polizia gli abusi subiti.

La pedofilia è problema che deve essere preso seriamente in considerazione dalla chiesa, ancora oggi restia a confessare le proprie colpe malgrado le raccomandazioni papali. Nonostante l’eccessiva verbosità, la pellicola riesce a coinvolgere emotivamente forse perché l’inchiesta che viene sviluppata riguarda un fatto di cronaca reale e che ha pesantemente toccato la sensibilità della gente comune. Anche il montaggio di Laure Gardette segue un ritmo veloce, intenso ed intrigante, mantenendo sempre una certa tensione. Risulta alquanto singolare il modo con cui il regista sia riuscito ad esaminare la reazione psicologica dei vari personaggi coinvolti ai quali, dopo tanti anni, è ancora tanto difficile ammettere ciò che hanno realmente patito.

Una pellicola ben costruita e soprattutto che riesce ad affrontare in maniera intelligente un tema purtroppo ancora tanto attuale.

data di pubblicazione.19/11/2019


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