FORZA MAGGIORE di Ruben Östlund, 2015

18 Mag 2015 | Accredito Cinema, cinema

Sembrerebbe inevitabile accostare il film del regista svedese Östlund con il suo connazionale Bergman, entrambi appunto svedesi, non foss’altro per il dramma familiare che ci viene proposto fatto di dialoghi apparentemente calmi, ma che invece nascondono intrinsecamente la crisi d’identità di un matrimonio, oramai alla deriva, e di ruoli maschili e femminili non più conformi alla realtà di un tempo.
Tomas, la moglie Ebba ed i loro due bambini si trovano in un residence sulla alpi francesi per trascorrere qualche giorno sulla neve e sciare in tranquillità.
I rapporti interpersonali all’interno del nucleo familiare vengono messi irrimediabilmente in crisi da una vera e propria valanga di neve che si abbatte su di loro mentre sono seduti al ristorante di un rifugio. Tomas di fronte al pericolo incombente, invece di preoccuparsi di proteggere la propria famiglia, assumendo il ruolo che le istituzioni e l’etica gli attribuiscono, fugge precipitosamente preoccupandosi di salvare il suo cellulare incurante delle grida atterrite dei figli di fronte a quell’evento naturale, improvviso e dirompente.
Scampati miracolosamente il pericolo, Ebba, resasi da subito conto dell’accaduto e rimasta accanto ai figli invece di fuggire via, da quel momento non potrà più fare a meno di rimproverare ripetutamente al marito, anche di fronte ad amici, quell’istinto egoistico di sopravvivenza che, per causa di forza maggiore appunto, gli ha fatto dapprima rimuovere e poi negare le sue vere responsabilità di padre e marito, facendo emergere una fragilità che lui stesso dichiara di detestare.
Grande è l’abilità del regista nel proporre quei paesaggi incantati di neve dove la famiglia si ritrova unita per sciare più come una routine a tratti noiosa, che per scelta: sembra piuttosto che ognuno di loro vorrebbe starsene per i fatti propri, compresi Vera e Harry che spesso non tollerano la presenza dei genitori, anelando forse ad un momento di serenità con un videogioco, che quelle convenzionali abitudini sciistiche sembrano impedire.
Di nuovo aleggia lo spirito di Bergman, fatto di grandi pause ed immagini a lungo campo, in cui tutti i personaggi si muovono con circospezione per paura di dire o fare qualcosa in contrapposizione ai ruoli imposti dalla società . Ma se la location tra le montagne incantate risulta un felice spunto per incorniciare tutta la storia, dove all’improvviso vola persino una astronave giocattolo di proprietà di Tomas, non sempre la lentezza del film ci ripaga. Non particolarmente esilarante è la prova dei due protagonisti Johannes Kuhnke e Lisa Loven Kongsli.

data di pubblicazione 18/05/2015


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1 commento

  1. Ho aspettato molto tempo per leggere qualcosa di così bello e interessante.

    Grazie!

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