DUE PICCOLI ITALIANI di Paolo Sassanelli, 2018

Felice (Paolo Sassanelli) e Salvatore (Francesco Colella) vivono in un istituto di recupero per persone affette da patologie mentali situato a Minervino Murge, un paesino dell’entroterra pugliese. Felice a causa di un trauma infantile ha lo sviluppo mentale di un bambino di 7 anni, mentre Salvatore è affetto da impotenza: tra i due nasce una profonda amicizia fatta di complicità e tenerezza. Quando Salvatore in un eccesso d’ira ferirà due assistenti e deciderà di scappare, porterà con sé anche l’amico in un rocambolesco quanto metaforico viaggio dal Sud Italia a Rotterdam volto alla ricerca di sé stessi e del proprio posto nel mondo. 

Paolo Sassanelli, a quarant’anni dall’entrata in vigore della Legge Basaglia – 13 maggio 1978 -, sceglie il tema del disagio mentale per il suo primo lungometraggio.

Basaglia rivoluzionò la logica dei manicomi, luoghi di controllo sociale dei soggetti considerati deviati (malati di mente, prostitute, sovversivi, omosessuali) con la necessità di restituire diritti, cittadinanza e dignità a persone che per la prima volta venivano considerate fragili e bisognose che qualcuno le aiutasse a riprendere il filo perso della propria esistenza. Felice e Salvatore a Rotterdam saranno ospitati da Anke, una ragazza giunonica, allegra e “non giudicante”: un bagno nelle acque calde di un laghetto islandese in prossimità di un vulcano, simbolicamente amniotiche, sugelleranno la nascita di una nuova famiglia formata dai tre protagonisti, in cui amore e tenerezza serviranno a fugare ogni paura e solitudine.

La narrazione, scritta a 6 mani da Paolo Sassanelli, Francesco Apice e Chiara Balestrazzi, procede sciolta e divertente alternando la commedia al dramma e alla favola. Un film spigliato, ingenuo, pieno di buoni sentimenti: amore, amicizia, tenerezza.

Nonostante alcune imprecisioni ed ingenuità, e l’inevitabile accostamento del personaggio di Felice a Dustin Hoffman in Rain man, la bravura straordinaria dei due protagonisti fa decollare il film e Due piccoli italiani possiamo considerarlo un inizio incoraggiante per Paolo Sassanelli, che è innanzitutto un valido attore di teatro e di cinema.

data di pubblicazione:22/06/2018


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9 Commenti

  1. non ho visto il film, ed ho letto la recensione per capire se ne valesse la pena: mi ha convinto perchè evidenzia sia i punti di forza che le debolezze del film, e, pertanto, andrò a vederlo, magari senza grandi aspettative, ma certamente attraverso lo sguardo benevolo dell’autore (o autrice) della recensione

  2. Chi ha recensito questo film è riuscito in modo sintetico,essenziale e senza sbavature non solo, a dirci la trama ma, a rendere perfettamente la delicatezza e la dolcezza con cui gli autori si sono accostati ad un argomento tanto complesso come quello del disagio psichico. Non è mancato il riferimento, doveroso direi, alla legge Basaglia per la quale la mia generazione si è strenuamente battuta.la recensione è talmente ben articolata da indurre curiosità in chi legge. Dunque, obiettivo raggiunto.

  3. Concordo con la recensione, specie sulle qualità attoriali dei due protagonisti e sul buon esordio di Sassanelli. Aggiungo che è interessante la contrapposizione tra il clima chiuso del Sud Italia e quello aperto e libertario di Rotterdam, simboleggiato pure dal personaggio di Anke.

  4. Ottima recensione del film

  5. Due vite simbolicamente bloccate su piani inevitabili dell’esistenza…infanzia e relazione col corpo.Interessante presentazione di un film che li accosta per esorcizzare i danni di una società protesa a creare gabbie intorno ad essi.Graxie di questo bell’invito ad andare a vedere il film.

  6. Elaborazione interessante su un film che sceglie un tema affatto semplice.Accattivante la descrizione dei personaggi,mi invita alla visione del film di Sassanelli autore e attore.

  7. Il film è molto bello e ne consiglio la visione. È vero che, a tratti, non si possa fare a meno di pensare a rain man, ma la cosa non disturba ed il film resta godibile

  8. recensione interessante: mi sono incuriosito, credo proprio che andro’ a vederlo.

  9. Bella recensione, scritta con uno stile scorrevole e nello stesso tempo preciso e completo nelle informazioni, nelle descrizioni e nella critica

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