COSÌ CRUDELE È LA FINE di Mirko Zilahy – Longanesi, 2018

Terzo e, da quel che ci dice l’autore nella postfazione, ultimo romanzo che vede come protagonista il commissario profiler Enrico Mancini, del quale abbiamo seguito la parabola che lo ha portato verso una vera e proprio rinascita psicologica grazie anche alle sedute con la dottoressa Antonelli, psicologa della Polizia di Stato.

Anche in questo nuovo romanzo lo scenario è quello della inarrivabile bellezza dei recessi archeologici di Roma. Zilahy ci mostra i più sconosciuti, ci porta nei più oscuri entrando nei quali la scarica adrenalinica si fa costante e l’attesa angosciosa. Questi luoghi sono i veri protagonisti, insieme a Mancini, dei romanzi di Zilahy, sono attore e palcoscenico del nuovo folle assassino sulle tracce del quale si lancerà la sua squadra “Sopra la sua scorza coriacea, Roma occulta segreti e misteri e non c’è sasso, rovina o monumento, splendido e fastoso, che non abbia ricevuto il battesimo del sangue. Tutti custodiscono un’anima sudicia di morte; arene, obelischi e fontane

La trama di Così crudele è la fine è appassionante come sono state quelle di È così che si uccide e La forma del buio; la scrittura di Zilahy essenziale e diretta ci ha abituati a immagini cruente, di forte impatto, in ciascun omicidio iscrive una serie tale di particolari che saranno poi illuminanti per riuscire a capire la psicologia dell’assassino e orientare la ricerca sulla giusta strada.

Questa volta i subplots sono stati veramente magistrali, fondamentali per immergersi al meglio nella storia e per arrivare alla comprensione, hanno aumentato ancor di più l’urgenza di proseguire per capire, trovare e fermare il nuovo mostro che minaccia la città eterna.

Vorrei sottolineare, dopo aver letto alcuni commenti che accusavano la presenza di “ancora un serial killer alla carbonara”, che è sicuramente innegabile che i romanzi di Zilahy abbiano subito una profonda influenza dei maestri americani, ma non potrebbe che essere così, in quanto il genere letterario affonda le proprie radici negli Stati Uniti.

Inviterei tutti i detrattori, sia del genere che dei nostri autori noir, a leggere l’illuminante saggio di Alessandra Calanchi Hard-boiled, noir, thriller: la paura come sottogenere letterario contenuto nel volume La letteratura degli Stati Uniti pubblicato da Carocci editore, per meglio comprendere come sia nato e come si sia evoluto questo genere letterario che in Italia ha dei rappresentanti di tutto rispetto come Zilahy.

A questo punto non posso dire altro che: leggetelo!!!

data di pubblicazione:10/09/2018

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