CALDERÓN di Pier Paolo Pasolini, regia Federico Tiezzi

(Teatro Argentina – Roma, 20 aprile/8 maggio 2016)

L’anniversario di Pasolini è stata una buona occasione, per i registi,  di rileggere diversi testi teatrali del poeta friulano. Negli ultimi mesi abbiamo visto, infatti, Il vantone e due versioni differenti di Porcile e attualmente abbiamo  a Roma in  scena un Pilade al Vascello e all’Argentina l’ambizioso Calderón.

Quest’ultimo è uno dei drammi più enigmatici ma anche più affascinanti di Pasolini, intriso com’è del suo pensiero e di molte sue suggestioni e topoi ricorrenti.

Un dramma corposo, dalla struttura non  lineare, con evidenti problemi per la messinscena, che tuttavia è stato già in passato rappresentato con buoni risultati, prima da Luca Ronconi nel travagliato e memorabile laboratorio di Prato del 1979 e poi da Giorgio Pressburger, qualche anno dopo, più tradizionalmente.

Adesso, nella sua produzione più importante dell’anno, è il Teatro di Roma ad occuparsene,  con la regia di Federico Tiezzi.

L’ispirazione sorge dal capolavoro La vita è un sogno di Calderón de la Barca, di cui prende peraltro soltanto lo spunto drammaturgico. L’ambientazione è negli ultimi anni della Spagna franchista e la trama presenta tre sogni successivi, in tre ambienti diversi: aristocratico, proletario, medio borghese. Abbiamo dei personaggi che al risveglio non riconoscono la propria vita, la fuga possibile è il sogno (o il teatro ?), perché la vita reale mette nel loro destino ostacoli insormontabili. Cosa impedisce la felicità? Quasi sempre il conflitto tra individuo e potere.

Scritto nel 1967, alla vigilia dei moti sessantottini, quasi contemporaneo del suo film Teorema, l’opera ha umori solo apparentemente discordanti, più spesso lo spettatore attuale si sorprenderà per la vis profetica di molti passaggi.

Lo spettacolo di Tiezzi è visivamente stupendo e opportunamente allusivo sebbene si notino  momenti  di impaccio specie nei cambi di scena.

Il cast è tutto eccellente, oltre a naturalmente Sandro Lombardi segnaliamo almeno Lucrezia Guidone, Sabrina Scuccimarra e Graziano Piazza. Attento e catturato il pubblico nelle due ore senza intervallo.

data di pubblicazione:07/05/2016


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