BERLINALE [1] – ISLE OF DOGS di Wes Anderson, 2018

(68 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – Berlino, 15/25 Febbraio 2018)

Atari è un ragazzo di dodici anni che, a seguito della morte improvvisa dei genitori, viene dato in affidamento allo zio Kobayashi, uomo corrotto che ricopre la carica di sindaco di Megasaki. A seguito di un contestato decreto governativo, viene deciso che tutti i cani presenti in città debbano essere trasferiti in una isola lontana, dove sono solitamente raccolti tutti i rifiuti della città. Il ragazzo, privato del suo fedele cane da guardia Spots, decide di rintracciarlo e a bordo di un Junior-Turbo, piccolo aereo in miniatura da lui stesso costruito, approda sull’isola. Con l’aiuto di una “piccola banda” di altri 5 cani inizia un viaggio epico sulle tracce del suo fido amico, e l’esito di questa ricerca diverrà determinante per il futuro non solo dei poveri animali ma anche della Prefettura, i cui scandali da tempo nascosti diverranno di pubblico dominio.

 

Il regista, produttore, sceneggiatore texano Wes Anderson ama trasferire la propria personale eccentricità nei personaggi che crea e porta sul grande schermo. Già nel 2012 il suo Moonrise Kingdom, ambientato su un’isola leggendaria, venne prescelto come film d’apertura a Cannes e nel 2014 il suo The Grand Budapest Hotel con Ralph Fiennes apre il Festival di Berlino; così, anche il suo ultimo film Isle of Dogs è stato prescelto tra i vari film in concorso per avviare la kermesse berlinese. Dopo il successo di Fantastic Mr. Fox, oggi abbiamo assistito al suo secondo film di animazione in cui il brillante regista ricorre di nuovo allo stop motion – un particolare montaggio di foto che si susseguono creando il movimento stesso della scena – per deliziarci ancora una volta con il suo singolare modo di fare cinema. Il risultato ottenuto sono immagini molto nitide e naturali che ben si discostano dai normali animated cartoon a cui siamo abituati. La storia del piccolo e coraggioso Atari alla ricerca del suo fedele cane Spots si può considerare una favola dei giorni nostri, che ci riporta in un mondo di buoni e cattivi, dove ai primi non rimangono molte armi a disposizione per sconfiggere le ingiustizie perpetrate dai secondi. Come in tutte le favole che si rispettino gli animali possono esprimersi con parole che noi comprendiamo, ma in questo film è il linguaggio degli uomini ad essere incomprensibile, necessitando di una traduzione simultanea: lo spettatore entra quindi in sintonia con i quadrupedi esiliati e destinati allo sterminio, mentre trova difficoltà ad intendersi con gli umani, intenti solo a mettere in atto marchingegni per accaparrarsi a tutti i costi il potere. Atari, con la freschezza dei suoi dodici anni, è l’unico che riesce a riscattare l’uomo dall’inevitabile pantano di corruzione in cui è precipitato. Il film, che racchiude in sé una morale sincera, prerogativa questa di tutte le favole, sembra proporci ripetutamente la quintessenza delle domande: Chi siamo? Ma soprattutto: Chi vogliamo essere?

data di pubblicazione:15/02/2018








3 Commenti

  1. SPERO DI VEDERLO PRESTO! BUONA RASSEGNA BERLINALE!

  2. è il mio regista preferito.
    spero di vederlo presto! buona berlinale a tutti!

  3. incuriosisce molto

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