BAARÌA di Giuseppe Tornatore, 2009

Il film racconta la storia di Peppino Torrenuova di Bagheria, città della provincia di Palermo, che negli anni trenta, ancora bambino, fu costretto a lasciare la scuola e a lavorare come pastore per aiutare la famiglia in gravi difficoltà economiche. Diventato adulto, si iscrive e milita con convinzione nel Partito Comunista Italiano; si innamora anche della bella Mannina costretta però dalla famiglia a fidanzarsi con un altro uomo che lei ovviamente non ama. I due, nonostante le avversità, si ameranno in segreto fino a quando decideranno di fare la classica “fuitina” e nessuno a quel punto potrà più opporsi alla loro unione, mentre intorno la vita prosegue tra varie vicende sociali come la repressione del regime fascista e la corruzione di cosa nostra.

Nonostante la colossale produzione che comportò la ricostruzione quasi totale di Bagheria in una periferia di Tunisi e nonostante l’impegno dei due protagonisti Francesco Scianna e Margareth Madé, affiancati da un cast di tanti bravi attori, il film fu al centro di vaste polemiche e la critica fu molto spietata verso il regista. Presentato in apertura alla 66esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia come evento e pur avendo ottenuto successivamente diverse nomination al Golden Globe, David di Donatello e Nastri d’Argento, il film non riscosse il successo aspettato tra il pubblico: gli incassi si limitarono a circa 10 milioni di dollari contro i 28 spesi per realizzarlo, e Tornatore dovette anche affrontare diverse vicende giudiziarie intentate anche dagli animalisti per alcune scene girate dal vero in un mattatoio. Premio Oscar nel 1996 per Nuovo Cinema Paradiso, Tornatore con Baarìa ha comunque tratteggiato un ritratto della sua città natìa che comunque difficilmente potrà essere dimenticato.

Il film ci suggerisce questa ricetta tipica del luogo: lo sfincione bagherese.

INGREDIENTI: per quattro persone sono sufficienti 500 grammi di farina, 50 grammi di lievito, 50 grammi di strutto, 250 dl circa di latte, 300 grammi ricotta fresca, 1 kg di cipolle bianche, 5 filetti di alici, 100 grammi di formaggio pecorino romano, 50 grammi circa di pan grattato, olio d’oliva, sale e pepe q.b.

PROCEDIMENTO: Per prima cosa bisognerà preparate l’impasto aggiungendo alla farina il latte appena caldo dove è stato sciolto lo strutto e il lievito di birra oltre un pizzico di sale e uno di zucchero. Una volta preparata la pasta lasciare riposare al coperto per diverse ore. Intanto si può preparare la cipollata facendo imbiondire le cipolle in abbondante olio d’oliva (se si preferisce le cipolle possono essere prima lasciate bollire in acqua salata per una decina di minuti prima di ripassarle in padella). Alle cipolle vanno aggiunte le alici sott’olio che andranno sciolte nella padella insieme alle cipolle. Una volta che la pasta è ben lievitata si dovrà riprendere e impastare con un poco di olio e riporla nella teglia anch’essa ben unta di olio e lasciare riposare per altre due ore. Infine coprire l’impasto con fettine di ricotta fresca e sopra ancora la cipollata coprendo poi il tutto con il pecorino, il pan grattato e del pepe.

Spargere infine su tutto un poco di olio e infornare a 180 gradi per circa un’ora.

Lo sfincione va servito tiepido.

data di pubblicazione:11/11/2019

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This