#Iorestoacasa ROMAEUROPA FESTIVAL

#Iorestoacasa ROMAEUROPA FESTIVAL

In attesa della sua 35esima, aderendo al programma #Laculturaincasa promosso da Roma Capitale e alla campagna nazionale #Iorestoacasa, anche Romaeuropa Festival sta proponendo sulla sua pagina Facebook il materiale d’archivio delle sue passate edizioni. Questa settimana sarà dedicata ai protagonisti internazionali del festival attraverso interviste video e radiofoniche, materiale di backstage e un integrale dall’archivio di Rai Play.

 

Martedì 31 marzo è stata protagonista la musica elettronica che ha animato gli spazi social del REf attraverso l’intervista a due star del panorama internazionale come Jeff Mills e Tony Allen insieme nel live presentato al REf17, mentre mercoledì 1 Aprile il festival ha reso omaggio al grande coreografo britannico Russel Maliphant in dialogo con il suo Conceal | Reveal presentato durante la trentesima edizione di Romaeuropa (REf15).

Giovedì 2 e venerdì 3 aprile spazio al teatro internazionale con le voci di Pippo Delbono (dal REf17 nel racconto del suo progetto Adesso voglio musica e basta) e della compagnia spagnola Agrupación Señor Serrano nell’intervista realizzata al REf17 in occasione della presentazione di Birdie e nel dialogo (Post-it) costruito nel 2018 insieme a Rai Radio 3 al termine del loro Kingdom.

Sabato 4 aprile un focus sarà dedicato all’incontenibile energia della coreografa e danzatrice sudafricana Dada Masilo protagonista del REf nel 2013, nel 2014 e nel 2017 con un percorso dedicato alla rilettura dei grandi classici della danza: Swan Lake (Il lago dei cigni), Carmen e Giselle.

Domenica 5 aprileinfine, dall’archivio di Rai Play un appuntamento all’insegna della poesia e dell’incontro con l’integrale di Nudità, spettacolo nato dall’incontro tra Virgilio Sieni e Mimmo Cuticchio, in scena durante il Romaeuropa Festival 2019.

data di pubblicazione:01/04/2020

#TDRONLINE 1

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È continuato anche nel fine settimana la programmazione web del Teatro di Roma – Teatro Nazionale che ha aderito alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale. Due gli appuntamenti in calendario: Giorgio Barberio Corsetti dialoga con Alessandro Serra e Alessandra Vanzi omaggia Victor Cavallo. Noi di accreditati continuiamo a seguire e raccontare quanto proposto.

Sabato 28 marzo alle ore 21 il direttore del Teatro di Roma Giorgio Barberio Corsetti ha incontrato Alessandro Serra, il regista de Il Giardino dei ciliegi di Cechov, ultimo spettacolo programmato al Teatro Argentina prima della chiusura per l’emergenza Covid-19. Partendo inevitabilmente dal nuovo contesto, dalle nuove giornate e dalle nuove modalità di gestione del tempo, il colloquio si è spostato su emozioni e pensieri legati all’autore ed all’opera messa in scena da parte del regista, il suo rapporto con gli attori e con il linguaggio, la tecnica, lo spazio teatrale e l’interazione con il pubblico. Serra stimolato da Corsetti ha raccontato il percorso drammaturgico, che non parte dalla lettura a tavolino del testo, ma dal lavoro sul testo, fatto personalmente per cogliere elementi oggettivi, enucleati da ogni personaggio e poi trasmessi ad ogni attore per l’incontro ed il confronto con la personalità di ognuno. C’è poi tanto lavoro fisico che nello spettacolo sul testo di Cechov ha riguardato le arti marziali ed i giochi dei bambini. Non c’è in tal senso un codice recitativo univoco che viene ad essere seguito come avveniva in passato negli spettacoli della Compagnia Teatropersona. C’è invece un lavoro fatto sull’attore, un allenamento di base che poi porta l’attore stesso a sprigionare la proprie modalità di relazione con il testo e con l’azione drammaturgica. Corsetti ha sottolineato quanto sia importante nel lavoro di regista l’ascolto, di se stessi, dell’autore, degli attori, ribadito poi da Serra che ha sottolineato quanto sia rilevante avere dei riferimenti, dei maestri, quanto sia stato fondamentale leggere Brook, Kantor, Stanilavski, Toporkov. L’atto creativo è immediato ma non nasce dal nulla e si realizza insieme agli attori, facendo cerchio, che è quella forma che esaspera il concetto dionisiaco di rappresentazione e di teatro. Infine il dialogo si è chiuso con uno sguardo al futuro ed alle nuove progettualità. Serra è sempre desideroso di fare ricerca ma anche di confrontarsi con il pubblico senza farsi prendere da bulimie creative. Lo aspetta un lavoro su linguaggio e tecnica e sul coro che potrebbe portarlo ad un possibile confronto con la tragedia greca, senza dimenticare la sua magnifica ossessione, ovvero la spiritualità e la chiaroveggenza del mondo shakespiriano.

Domenica 29 marzo alle ore 16 l’attrice e regista Alessandra Vanzi ha letto alcune poesie di Victor Cavallo con l’omaggio lirico Ècchelo, a vent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel gennaio del 2000. Un itinerario in versi sulle tracce dell’attore e poeta romano dalla prosa tellurica e straripante di una umanità caotica, in cui riversava il magma di umori, voci, odori, esistenze della sua città, Roma, che scelse di vivere prima ancora di raccontare. Alle sue spalle il teatro sperimentale degli anni Sessanta, il cinema, la televisione, il festival dei poeti di Castel Porziano e le sue personali composizioni poetiche, che hanno viaggiato di bocca in bocca tra i protagonisti di quella stagione fino alle generazioni successive. Un percorso poetico per tentare di raccontare questo artista mutante, un viaggiatore metropolitano che ha restituito la vita in presa diretta, tra azione teatrale e immagine cinematografica, e composto versi segnati da vene di malinconia e solitudine che agitano le sue righe. La lettura sarà preceduta da una breve conversazione tra Alessandra Vanzi e Graziano Graziani, per raccontare in maniera non convenzionale il poeta sovversivo e ribelle.

data di pubblicazione:31/03/2020

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Anche il Teatro di Roma – Teatro Nazionale, a seguito dell’annullamento delle attività e degli spettacoli programmati nei suoi teatri, ha deciso di aderire alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale, andando in scena sul web attraverso una programmazione sui i canali social (Facebook, Instagram e YuoTube) del Teatro di Roma con possibilità di poterne fruire anche successivamente alla diretta.

 

Una programmazione certamente interessante e alternativa, in un periodo speriamo più breve possibile di pausa e riflessione, attraverso una nuova modalità di fruizione dell’arte e della cultura che apre i confini a una nuova socialità e a nuovi spettatori.

Noi di accreditati seguiremo e racconteremo quanto proposto.

In questa settimana mentre martedì 24 marzo alle ore 16 nel dibattito Un giardino lungo un secolo, correlato allo spettacolo Il Giardino dei ciliegi, andato in scena al Teatro Argentina fino al 4 marzo scorso il regista Alessandro Serra e il russista Fausto Malcovati hanno dialogato attorno a uno dei capolavori del teatro mondiale, mercoledì 25, venerdì 27, domenica 29 marzo sempre alle ore 21 è stato cadenzato l’appuntamento con le Fiabe della buonanotte a cura di Teatro delle Apparizioni, un ciclo performativo di favole serali, attraverso un gioco di ombre ed il suono di un carillon ideato e curato da Fabrizio Pallara.

Giovedì 26 marzo alle ore 12.00 abbiamo assistito alla lettura di alcuni appunti tratti da Non svegliate lo spettatore spettacolo in corso preparazione su Ennio Flaiano con Lino Guanciale, attraverso una serie di note e spunti tratti dallo spettacolo sui testi di Flaiano, che avrebbe dovuto debuttare a inizio aprile a Chieti e che è al momento è rimandato. Lo sguardo acuto e disincantato di Flaiano è al centro di questo interessantissimo lavoro che mescola alcuni dei testi più conosciuti (da Tempo di Uccidere a Un marziano a Roma) con il Flaiano più privato. Pochi minuti intensissimi, una riflessione attualissima sull’essere e sul sentirsi italiano attraverso il pensiero di uno dei maggiori uomini di cultura del Secondo dopoguerra: scrittore (Premio Strega nel 1947 con Tempo di Uccidere) e sceneggiatore di numerose pellicole dirette da Federico Fellini (I Vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8 ½ ), da Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia) da Steno-Monicelli (Guardie e Ladri) e di altri capolavori della cinematografia italiana. Un toccante excursus di parole e sensazioni magistralmente narrato da Lino Guanciale, fatto di senso etico ed estetico, sociale e culturale, per uno sguardo attualissimo sul presente.

Sempre giovedì 26 marzo ma alle ore 16 ne La Cornice un’altra interessantissima lettura dal Decameron di Boccaccio a cura dell’attrice Monica Demnaru che ci riporta alle pagine simboliche della peste che colpì Firenze nel 1348, metafora della nostra emergenza. Anche in questo caso il confronto con il reale e l’attuale è sconcertante.

L’arrivo improvviso della peste e lo sconvolgimento di vita e abitudini di tutti con il racconto della quarantena di dieci giovani che si rifugiano in una villa fuori Firenze e decidono di narrare a turno ogni giorno una novella, una storia.

Ecco l’efficacia delle parole della stessa Demnaru. “Alla parola che narra, alla disciplina del raccontare novelle, i giovani affidano la necessità di sublimare e conoscere le passioni, «esercitare la pietà e sollevare gli animi nel piacere dell’arguzia e della bellezza. Credo che a queste pagine possiamo ritornare nello scoprire che la nostra società che nel suo massimo sviluppo storico respinge la cultura come inutile, la invoca per arginare ora l’angoscia profonda nell’isolamento, nella paura e nella mancanza di senso”.

data di pubblicazione:28/03/2020

CINEMA DA CASA: I PROSSIMI OSPITI DI ALICE NELLA CITTÁ #Amiciallafinestra

CINEMA DA CASA: I PROSSIMI OSPITI DI ALICE NELLA CITTÁ #Amiciallafinestra

Continua a farci compagnia in queste serate l’iniziativa Cinema da casa, il flash mob cinematografico promosso da Alice nella citta, che è arrivato quasi alla fine della seconda settimana di programmazione.

 

Stasera verrà proiettata sulle facciate della città di Roma, grazie ai titoli suggeriti dalla rivista Cinematografo che a Fellini ha dedicato uno speciale,  una selezione dedicata proprio al grande maestro mentre da domani riparte con le serate in compagnia degli amici alla finestra che si collegheranno in diretta telefonica alle 22 in occasione delle dirette sulle pagine social di Alice. Giovedì 26 marzo si aprirà in musica grazie al regista Damiano Michieletto che ha selezionato 13 sequenze tratte dai musical più amati e si proseguirà poi in commedia venerdì grazie a Rocco Papaleo e nel weekend  alternanza di grandi classici e cult chiacchierando con  l’attrice Sara Seraiocco per chiudere poi  domenica assieme a  Diane Fleri e Claudia Potenza.

Davvero un’idea bella e originale partita da Roma che grazie al passaparola è andata lontano. Ad oggi sono 60 le finestre attive in Italia e all’estero.

A Roma, Pisa e Torino si proietta tutte le sere alle 22 e da domani si proietterà quotidianamente anche a Bologna, Catania, Palermo e Cagliari.

All’estero cinema da casa è attivo nelle Filippine, Vietnam, Polonia, Bulgaria, Belgio e  Svizzera e seguita anche dal brasile , un’iniziativa che è rimbalzata fino in America grazie ai social.

Noi di accreditati lo stiamo seguendo ma per partecipare a cinema da casa basta proiettare alle 22 con il proprio proiettore dalla finestra  le sequenze dei film più amate oppure seguire le pagine facebook e IG di Alice alle 22 in diretta tutte le sere.

data di pubblicazione:25/03/2020

MINE VAGANTI regia di Ferzan Özpetek, con Francesco Pannofino e Paola Minaccioni

MINE VAGANTI regia di Ferzan Özpetek, con Francesco Pannofino e Paola Minaccioni

(Teatro Ambra Jovinelli – Roma, 19 febbraio/1 marzo 2020)

L’esordio teatrale di Ferzan Özpetek  è in linea con le attese. Mine Vaganti, film pluripremiato (2 David Di Donatello, 5 Nastri D’Argento), la grande commedia corale che parla di sentimenti, di famiglia, di pregiudizi, ma anche di crescita e di maturità è a teatro in versione nazional popolare queer inclused, secondo una drammaturgia semplificata rispetto al film, efficace e divertente, senza scossoni e senza grandi sorprese.

In scena c’è il giovane Tommaso che torna nella grande casa familiare al Sud. La famiglia Cantone è proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre che vuole lasciare in eradità la direzione dell’azienda ai due figli. Il ragazzo è deciso a rivelare al colorato gruppo di famiglia che è un omosessuale con aspirazioni letterarie e non uno studente di economia fuori sede, come ha sempre fatto credere a tutti. Ma la sua rivelazione anticipata sul tempo da quella ancora più inattesa dell’altro fratello, Antonio: anche lui è gay. E da lì, tutto cambia. Tommaso si ritrova così costretto a restare nella grande casa paterna, alle prese con i problemi del pastificio di famiglia da mandare avanti dopo che Antonio è stato cacciato dal padre. Ma soprattutto a rivedere i suoi piani per affermare il suo credo nei confronti di un contesto non ancora pronto ad accettare la libertà degli individui e un nucleo familiare pieno di contraddizioni e segreti.

Özpetek sceglie di dare avvio alla narrazione con un lungo e intenso flash back del protagonista Tommaso che intreccia ricordi, dialoghi con gli altri personaggi, presente e passato.

Il richiamo ai personaggi del film è immediato e rischioso, ma l’approccio del regista è vincente in quanto elimina e rivisita particolari e personaggi, mantenendo nel contempo situazioni e battute conosciute e attese. Molto è evocato, qualcosa è cambiato, ma sostanzialmente affidandosi a un ottimo cast corale, Özpetek riesce a mantenere inalterata la briosità della commedia italiana all’interno di problematiche importanti, quali il ruolo della famiglia, il desiderio di libertà e l’affermazione della propria identità, il giudizio della società, i pregiudizi.

Anche il cast si rivela funzionale alla versione teatrale sostenuta da un bravissimo Francesco Pannofino, capofamiglia Cantone e dalla bravissima Paola Minaccioni capace di ridisegnare a propria immagine il ruolo della madre Stefania, mentre manca la forza della vera mina vagante ovvero della grandissima Ilaria Occhini.

Nel cast anche Giorgio Marchesi che qui si confronta con il ruolo del fratello maggiore, ma anche tanti altri giovani tra i quali Antonio Musella nel ruolo di Tommaso.

Mine vaganti si conferma uno spettacolo piacevole e ben confezionato, una favola agrodolce, differente ma non troppo distante dal linguaggio cinematografico di Özpetek.

data di pubblicazione:29/02/2020


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