L’ALBERGO DEI POVERI regia di Massimo Popolizio

L’ALBERGO DEI POVERI regia di Massimo Popolizio

(Teatro Argentina – Roma, 9 febbraio/3 marzo, 2024)

Massimo Popolizio porta in scena al Teatro Argentina di Roma, dal 9 febbraio al 3 marzo, L’Albergo dei poveri, dramma corale con sedici attori sul palco, tratto da un testo di Maksim Gor’kij del 1902 con riduzione teatrale a cura di Emanuele Trevi, già presentato da Strehler al Piccolo di Milano nel 1947. Un dormitorio che è un girone dantesco in cui convivono tra disperazione e povertà un nobile decaduto, un ladro, un attore, un principe, una giovane in fin di vita, una ragazza incantata dall’unico libro che possiede, una prostituta e l’avida moglie del padrone (foto di Claudia Pajewski).

L’albergo dei poveri è una chiara denuncia sociale sul triste destino di una fetta dell’umanità, emarginati ed alcolizzati che condividono uno spazio rifugio tentando di non soccombere alla disperazione e all’indolenza. Alcuni tentano disperatamente di uscirne, altri si arrendono; le relazioni fra di loro sono difficili, scoppiano costantemente dispute e litigi. Una coralità amara fatta anche di comicità e riflessioni. Ogni personaggio ha una storia intensa e drammatica sulle spalle e la vodka, vero filo conduttore del dramma, permette a tutti di uscire dagli schemi, in chiave certamente più esasperata ma anche più vera.

Un testo di grande impatto visionario che analizza in profondità l’animo umano, offrendo al contempo una riflessione attuale su difficoltà ed ingiustizie decisamente presenti nella nostra società.

Straordinari e intensi sono tutti gli attori grazie al complesso lavoro del regista Massimo Popolizio (presente in scena anche i panni di un pellegrino) che permette di seguire le evoluzioni delle situazioni e la narrazione dai diversi punti di vista dei personaggi. Un palcoscenico vivo e pulsante grazie anche all’imponente scenografia di Marco Rossi ed ai costumi di Gianluca Sbicca che raccontano lo spettro di esperienze umane, dagli homeless, agli abiti di preghiera musulmani, alle divise di chi comanda. Uno spettacolo complesso e completo accolto con entusiasmo e partecipazione.

data di pubblicazione:19/02/2024


Il nostro voto:

FRATELLINA di Spiro Scimone e regia Francesco Sframeli

FRATELLINA di Spiro Scimone e regia Francesco Sframeli

(Teatro India – Roma,13/18 febbraio 2024)

Con lo spettacolo Fratellina torna al Teatro India di Roma, dal 13 al 18 febbraio, la compagnia RF, nata dall’incontro di Spiro Scimone e Francesco Sframeli e dalla passione di entrambi per il teatro del surreale. Fratellina racconta un presente distopico in cui i valori si stanno progressivamente dissolvendo, una realtà dove regnano il senso di abbandono e la sofferenza celati da un’apparente atmosfera di gentilezza e leggerezza (foto di Gianni Fiorito).

 

Nella scena composta da due grandi letti a castello, Nic e Nac, una mattina al risveglio, sperano di vivere una nuova realtà diversa, dove tutte le cose dimenticate si possono nuovamente ritrovare. Il desiderio di Nic e Nac di scoprire un’altra realtà si concretizza con l’apparizione di Fratellino e Sorellina, due personaggi che, con i loro dialoghi, mescolano allegria e contraddizione, denuncia e immobilità. La sofferenza, lo stato d’ansia e il sentimento di delusione dei quattro protagonisti sono celati da apparenti sorrisi benevoli e composte riflessioni. Centro dei loro pensieri diviene la figura immaginaria del cognato di Fratellino, nonchè marito della di lui Sorellina: un personaggio troppo generoso, ora imprigionato dentro a un armadio, che deve essere salvato, previo recupero dell’armadio stesso. Nel momento in cui però questo armadio viene ritrovato, nessuno ha il coraggio di aprilo e fare il primo passo per liberare l’uomo.

Lo spettacolo è un’istantanea del presente scattata con i filtri, a tratti estrema e a tratti nauseante, dalla quale i due protagonisti cercano di fuggire, alla ricerca di una nuova dimensione dove semplicemente poter essere sé stessi o anche migliori. La denuncia risulta ancora più efficace grazie all’atmosfera lieve e briosa che si respira, dovuta alla musicalità dei dialoghi, al ritmo ed alla melodia delle parole, alle pause. In questo loro mondo irreale, un Truman Show capovolto, il dolore e l’orrore sono sostituiti dalla pacatezza e dalla speranza, nel tentativo di superare la solitudine e scacciare le illusioni.

data di pubblicazione:15/02/2024


Il nostro voto:

L’UOMO CALAMITA regia di Giacomo Costantini

L’UOMO CALAMITA regia di Giacomo Costantini

È tornato al Teatro Vascello di Roma dal 2 al 4 febbraio 2024, dopo il debutto avvenuto nel 2019, L’Uomo Calamita, lo spettacolo che ha collezionato ben ventimila spettatori nelle oltre cento rappresentazioni svolte nei teatri italiani e stranieri. IL lavoro scritto, diretto ed interpretato da Giacomo Costantini della compagnia El Grito in collaborazione con Wu Ming 2 di Wu Ming Foundation, unisce in maniera innovativa circo contemporaneo, illusionismo, musica e letteratura (foto di Laura Salvinelli).

 

Il cantastorie Wu Ming 2 conduce lo spettatore in un circo clandestino durante la seconda guerra mondiale. È l’11 settembre 1940 quando il capo della polizia ordina che vengano controllati tutti i carrozzoni, i circhi e le carovane, affinché le persone che ci lavorano vengano catturate e tenute sotto controllo. Per sfuggire alla persecuzione, l’Uomo Calamita e gli altri circensi sono costretti a darsi alla macchia ma, con l’aiuto di Lena una bambina di otto anni, usano i propri poteri, l’astuzia e il magnetismo per combattere il nazi-fascismo.

L’Uomo Calamita è la storia di un supereroe che combatte l’assurdità della guerra; una entità indefinibile che contamina il linguaggio del corpo con quello della parola, l’esercizio estremo con la composizione musicale.

Accompagnato dall’attore Wu Ming 2 e dal compositore e batterista Fabrizio “Cirro” Baioni, in scena l’Uomo Calamita esercita i suoi superpoteri lasciando col fiato sospeso tutti: esegue esercizi di equilibrismo magnetico e fisico e ripete il celebre numero del mago Houdini in cui ammanettato, appeso a testa in giù, immerso in una vasca d’acqua, riesce a liberarsi di manette e lucchetti.

Un lavoro frutto della contaminazione tra performance musicale e parola, tra scrittura narrativa e drammaturgia circense. Una nuova frontiera performativa commovente, toccante, una scrittura scenica potente e innovativa che esalta le infinite potenzialità del circo contemporaneo come cerniera tra le arti, riconoscendo la giusta dignità artistica a coloro che del circo hanno fatto la propria casa e la propria identità spirituale.

data di pubblicazione:06/02/2024


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HOW TO HAVE SEX di Molly Manning Walker, 2024

HOW TO HAVE SEX di Molly Manning Walker, 2024

Tre adolescenti britanniche vanno in vacanza a Creta per abbandonarsi a un divertimento senza limiti, tra alcool, locali notturni e nuove amicizie, alle prese con le prime esperienze sessuali. In quella che avrebbe dovuto essere la più bella vacanza della loro vita, scopriranno che sesso, valori e consapevolezza seguono percorsi più complessi di quanto immaginato.

 

Esce nelle sale distribuito da Teodora How To Have Sex, dopo aver vinto Un Certain Regard a Cannes 2023 ed essere stato presentato come evento d’apertura a Roma del festival Alice nella Città. Incredibilmente curato a livello visivo e con una colonna sonora veramente doc, l’esordio di Molly Manning Walker esplicita senza filtri e giudizi di merito l’universo dei giovanissimi raccontando come le prime esperienze sessuali vengono affrontate. La pellicola ha per protagonisti i giovani attori Mia McKenna-Bruce, Samuel Bottomley, Lara Peake, Shaun Thomas e le esordienti Enva Lewis e Laura Ambler diretti straordinariamente dalla regista ventinovenne londinese, diplomata alla National Film and Television School.

Ambientato in un villaggio vacanze a Malia, nell’isola di Creta, in un’estate segnata dall’attesa dei risultati degli esami, il film segue le vicende delle giovani Tara, Em e Skye. Bevono e ballano fino all’alba e di giorno bivaccano in piscina. Fanno presto amicizia con i vicini di stanza, l’inconcludente Badger, il furbo e ambiguo Paddy e la volubile lesbica Paige, ma intanto iniziano ad arrivare i risultati degli esami, che portano le ragazze a capire che presto le loro strade si divideranno.

Una serie di istantanee cariche di declinazioni e sfumature su come i ragazzi vivono l’essere adolescenti oggi: la modalità di stare al mondo, la libertà sessuale, la sovrapposizione del virtuale al reale, la fuga nell’alcool. E il sesso, quello tanto desiderato all’inizio, alla fine è banale, ridotto a uno dei tanti fattori della vacanza, senza turbamento né divertimento. Tutto è veloce e scontato ma resta quello che c’era prima e che si dovrà affrontare dopo: c’è da scalare il sentiero tortuoso e ripido che li dovrà portare nel mondo degli adulti.

data di pubblicazione:1/02/2024


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COVER STORY 20 ANNI DI VANITY FAIR regia di Cosimo Alemà, 2024

COVER STORY 20 ANNI DI VANITY FAIR regia di Cosimo Alemà, 2024

È in arrivo nelle sale italiane il 29, 30 e 31 gennaio, il docu – film COVER STORY – 20 anni di Vanity Fair, diretto da Cosimo Alemà e scritto insieme a Matteo Menduni. Prodotto da Condé Nast ed Emma Film è il ritratto di 20 anni di giornalismo, di costume, di spettacolo e di cultura attraverso le copertine del settimanale Vanity Fair lanciato in Italia nel 2003.

 

“…le copertine sono chiavi che aprono il mondo” dice il direttore editoriale Simone Marchetti che così sintetizza anche il senso di un titolo di un film che narra i primi vent’anni di Vanity Fair, una delle testate giornalistiche più note al mondo. Ex direttori, collaboratori, opinionisti e giornalisti intervengono per raccontare i cambiamenti, le evoluzioni, gli errori, le battaglie perse e quelle vinte di un giornale che ha cambiato molte regole del mondo dell’informazione.

Accompagnano il racconto numerosi interventi dello staff editoriale e le immagini di backstage e di eventi organizzati dalla testata, mentre Marchetti incontra i personaggi che hanno associato il loro volto alla testata del mondo del cinema, della musica, della televisione e dell’intrattenimento insieme ai nuovi protagonisti del mondo digitale che appaiono nel film in interviste, contributi speciali e ricordi. Testimonianze importanti e toccanti quali quelle di Michela Murgia, Kasia Smutniak, Madonna, Pierpaolo Piccioli.

La struttura del documentario si sviluppa intorno ai valori che hanno caratterizzato la linea editoriale di Vanity Fair: l’emancipazione delle donne, la sostenibilità, l’impegno politico, le lotte progressiste, la passione per il cinema e il mondo dello spettacolo, l’inclusione. La colonna sonora originale porta la firma del compositore e produttore Dardust.

data di pubblicazione:27/01/2024


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