#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

La settimana digital del Teatro di Roma, dal 4 al 10 maggio, ha continuato ad arricchire l’offerta del palinsesto di proposte virtuali su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) per condividere nuove forme alternative d’arte e teatro attraverso il web. Da segnalare gli incontri di Giorgio Barberio Corsetti con la regista Lucia Calamaro e con la performer Phia Ménard.

La programmazione digital ha previsto martedì alle ore 16 il talk dedicato all’Arlecchino di Valerio Binasco, spettacolo approfondito attraverso i temi contemporanei della fame e della povertà, con i contributi del critico cinematografico Alberto Crespi e della giornalista Marta Fana.

Un omaggio sentito all’artista e attivista Giacomo Verde, pioniere della videoarte italiana, venuto a mancare nei giorni scorsi, che #TdROnline ha voluto ricordare proponendo mercoledì alle ore 12 il video della sua ultima performance Il piccolo diario dei malanni, un testamento umano dell’arte per la vita, che sarebbe stato programmato in Stagione al Teatro Torlonia.

Platea virtuale dedicata alla parola poetica e letteraria  giovedì 7 maggio con un doppio appuntamento alle ore 12 con Lino Musella che ha dato voce a uno dei passaggi più evocativi delle Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke, mentre alle 16 il secondo appuntamento con Roberto Rustioni che legge frammenti dalle opere di Anton Cechov, mentre venerdì alle 16 c’è stata la proposta di lacasadargilla con L’anello debole, un’opera narrativa per parole e immagini, dal racconto La soluzione della mosca di Alice Bradley Sheldon.

Sono proseguite le conversazioni di Giorgio Barberio Corsetti con registi e registe della scena nazionale e internazionale. Giovedi alle ore 19 è stata la volta di una delle figure femminili più potenti della scena contemporanea: Lucia Calamaro, drammaturga e regista, tre volte premio Ubu, che ha saputo inventare una nuova lingua teatrale, autoriale e pervasiva, nel tentativo di scandagliare la psiche umana. Lucia Calamaro in questo momento dopo una fase di confusione mentale sta ora vivendo un momento di studio e creatività senza ansia, riprendendo appunti ed aspetti passati legati al suo lungo soggiorno a Montevideo ed in Sudamerica, quando la dittatura argentina aveva imposto il divieto di intersezione tra le persone, quello che oggi si chiama distanziamento. Sente gli amici anche quelli lontani oltreoceano che pur in presenza di minori casi di contagio vivono in reclusione anch’essi. Barberio Corsetti ricorda che la scrittura del teatro della Calamaro si concretizza principalmente sulla scena. La regista conferma che procede prima alla scrittura di alcuni pezzi che poi nel confronto con gli attori diventano il corpo della drammaturgia, motivo per cui il lavoro in sala prove è imprescindibile e bellissimo. Importante anche il corpo e la fisicità, la simpatia delle persone, non la spigolosità. Oggi si lavora su ipotesi di lavori futuri, tra cui un progetto sul punto apicale di ogni persona, in cui ognuno è visto nel suo momento migliore di sempre, lavoro visto come ricerca e nostalgia di questo apice. Altro progetto è la ripresa di Teatro del Tempo di Franco Parenti con Isabella Ragonese, oggi incredibilmente attuale. Come si immagina il dopo, chiede Barberio Corsetti. Il dopo secondo la Calamaro sarà uguale al prima anche dopo il trauma, perché si dimentica molto facilmente e bisogna comunque fare e ripartire, con spettacoli anche per poche persone. Se avessi dei giovani drammaturghi davanti post virus, come ti relazioneresti con loro, chiede Barberio Corsetti. Partirebbe dall’elenco delle cose mancate a ognuno, prendendo da tale lista gli aspetti più rilevanti, uniti alla condizione di rallentamento vissuta. Di che cosa abbiamo imparato a fare a meno? Il concetto di superfluo si è acceso e si riflette su ciò. Importante in tal senso un saggio scritto prima del Covid da Massimo Recalcati Le nuove melancolie che esamina i nuovi paradigmi della solitudine, della frontiera e della autoprotezione che ognuno si è imposto. L’ipotesi di un teatro contingentato per la distanza di sicurezza ed anche con il numero ridotto di artisti in scena non è poi così drammatico. Ci sarà un anno antieconomico, con una percezione dell’arte rinnovata, in cui riprendere abitudini più monacali, bello e potente comunque.

Sabato 9 maggio alle ore 21 è stata la volta della regista, artista performativa e giocoliera francese Phia Ménard, che sfida le convezioni e il diritto ad essere fuori norma; con la sua compagnia, ha già portato la coppia di spettacoli Vortex e L’après-midi d’un foehn al Teatro India lo scorso febbraio, e tornerà all’Argentina la prossima stagione. Attualmente è a Belgrado ospite di un’amica per qualche giorno ma ha poi deciso di rimanere lì per imparare a conoscere un altro popolo ed un’altra realtà. Si può uscire in alcune ore perché poi c’è il coprifuoco, si sta facendo esperienza di quanto accaduto in altri luoghi in Europa. Si progetta ma ci si interroga su come riappropriarsi del proprio spazio. Saremo dei sopravvissuti a questa malattia con un lutto dentro, continua la Ménard, tra notizie di attualità miste a ozio e attesa, il confinamento non aiuta la creatività, senza vicinanza, facendo sport e meditazione e cercando spunti di riflessione. C’è necessità di pensare a cose diverse che rimandano alla filosofia continua Barberio Corsetti. E’ essenziale, siamo chiusi in spazi confinati quali sono le abitazioni e dobbiamo continuare a vivere, grazie ai medici ed al personale sanitario e a chi fornisce il cibo, insomma grazie ad alcune classi sociali pagate poco ma fondamentali. Cosa fare oggi con il teatro? Avere il corpo prigioniero per un teatro fisico soprattutto è molto strano, anche in assenza di notizie certe. Sottomissione e reclusione. E’ angosciante. Leggendo Bernard Sitegler che è stato imprigionato, il modo per resistere è riprendere possesso del tempo durante la giornata, gestendolo, facendo ordine nelle cose. Abbiamo accumulato troppo, dalle mail alle cose, e ora dobbiamo fare delle scelte. Importante il supporto di meditazione e concentrazione, fermare oggi il corpo in attesa della libertà del domani. Il teatro sarà un luogo di fiducia? Nuove rappresentazioni ci attendono e bisognerà guardare diversamente il corpo. C’è contatto ora con gli amici e gli artisti della compagnia, chiede Barberio Corsetti. In questo momento dovevano essere al festival di Oporto, il momento è difficile per l’incertezza legata alla distanza forzata, non si sa nulla del futuro, importante la salute unita all’incognita lavorativa, ci sono le trasferte, oggi si esce solo per nutrirsi, avendo tanta voglia di portare in scena qualcosa ed incontrare la gente, superando paure e divieti. Anche in Italia si progetta e si aspetta, ma si ha voglia di pensare a ciò che si farà aggiunge Barberio Corsetti. Oggi tutto è sospeso, anche i progetti del Teatro di Roma che aspetta la Menàrd a braccia aperte nel 2021. Sarà bellissimo portare, conclude la Ménard, Saison Seche a Roma, una storia di sette donne che distruggono la casa del Patriarca, non a martellate ma con la danza, secondo nuovi rituali. Accadrà lo stesso anche con Maison Mére in cui la stessa incarna una dea punk che oggi assume una dimensione ed un significato diversi. Ci aspetta andare in sala all’Argentina con un terzo degli spettatori con la mascherina. Poi la gestione delle distanze tra attori ed i controlli medici. Sarà un teatro dentro il teatro. Importante sarà ruolo e concetto di immunità finchè saremo in questo limbo, una sorta di visione in stile Orwell 1984, o tribunali sovietici del periodo staliniano. Bisogna ricominciare e quando si vedrà qualcuno sul palco fare qualcosa sarà straordinario anche dietro ad una mascherina protettiva. Diventerà un’abitudine forse convivere con la mascherina; il teatro rimane comunque una forma di resistenza in quello spazio che ognuno vorrà e dovrà riprendersi, soprattutto gli spazi aperti, come il Colosseo, per uscire da un confinamento mentale e proporre qualcosa di nuovo per liberarsi e muoversi, danznado, urlando, cantando. Importanti come gli applausi, momento estremo di condivisione e di partecipazione e fiducia a tutti i livelli.

Domenica 10 maggio alle ore 16, Giorgina Pi e Bluemotion hanno rivisitato il mito classico con Tiresias, appunti dalla vita di adesso, per uno sguardo sul presente servendosi di quello dell’indovino cieco che vede oltre il visibile, partendo dagli estratti di Resta te stessa, rilettura della rivoluzionaria drammaturga, poetessa e rapper inglese Kate Tempest. La vita di adesso ha chiesto conforto a Tiresia e a tutte le vite che ha conosciuto, Tiresia che a occhi chiusi vede la vita di dopo al centro di piccoli quadri appesi sul cielo di domani.

Radio India ha continuato a riempire i silenzi, trasformando in ascolto la dimensione ‘dal vivo’, paesaggi e performance, dalla musica alla parola al suono, tutti i giorni live dalle ore 17 alle 20 e in diretta streaming su www.spreaker.com, poi in podcast anche su spotify e social del Teatro di Roma. Oltre alla programmazione consueta, le strisce quotidiane accolgono ospiti d’eccezione: Asia Argento, mercoledì, nella rubrica Disco presenta Blood on the tracks di Bob Dylan; Laura Scarpini è protagonista della rubrica Record, giovedìintervistata da Michele Di Stefano; mentre Daria Deflorian in Persone, venerdì, incontra Enrico Castellani di Babilonia Teatri; ospite speciale di Muta Imago è John Cascone, venerdì, in Sparizioni.

Non sono mancate le Fiabe della Buonanotte di teatro delle apparizioni mercoledì, venerdì e domenica alle ore 2 e l’appuntamento domenicale con Luce sull’Archeologia alle ore 12, tra storia, poesia e musica, che in questo terzo incontro Per volere degli dèi ha  raccontato Cartagine e la sua nota regina in una forma inedita.

data di pubblicazione:11/05/2020

 

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 6: incontro con Tiago Rodrigues e Thomas Ostermeier

La settimana digital del Teatro di Roma,dal 27 aprile al 3 maggio, ha continuato ad arricchire l’offerta del palinsesto di proposte virtuali su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) per condividere nuove forme alternative d’arte e teatro attraverso il web.

 

Tra le novità assolute il debutto a Radio India di una nuova rubrica settimanale The Performer – dall’insorgenza alla scomparsa dei corpi, in onda lunedì; mentre le strisce quotidiane si sono arricchite di protagonisti esclusivi con l’Extra di martedì a cura di Simone Derai, fondatore della compagnia Anagoor; molto interessanti infine i dialoghi di Giorgio Barberio Corsetti con Tiago Rodrigues e Thomas Ostermeier. Per la sezione schegge&racconti, mercoledì 29 aprile alle ore 12 Ivan Talarico ha presentato Buonismo in cattività, terza e ultima parte del suo tentativo di discorso sul presente, mentre giovedì 30 alle ore 12 sono stati presentati i versi inediti di Eleonora Danco, La Giornata Infinita – ovvero trattatello poetico senza speranza, mentre Roberto Rustioni alle ore 16 ha letto alcuni frammenti di Anton Cechov , geniale autore russo, anche medico, per omaggiare attraverso le sue opere il personale sanitario impegnato in questa emergenza sanitaria; venerdì 1 maggio alle 16 Gabriele Portoghese ha presentato alcune composizioni poetiche di Juan Rodolfo Wilcock, accompagnato da un ritratto dell’artista argentino ad opera di Edoardo Camurri.

Ancora venerdì primo maggio ma alle ore 11Piero Gabrielli ha lanciato sul web il video clip Canta che ti passa, una canzone collettiva per raccontare, in musica e parole, le sensazioni degli oltre 140 ragazzi e famiglie che hanno partecipato alla creazione del testo tramite il tutorial online e i laboratori condotti dal regista Roberto Gandini.

Sempre il primo maggio alle ore 19 il dialogo di Giorgio Barberio Corsetti con il teatro sovversivo e poetico di Tiago Rodrigues, regista portoghese e direttore del Teatro Nazionale di Lisbona. Barberio Corsetti ha ricordato che il Teatro di Roma coproduce lo spettacolo Catarina che dovrebbe essere in programmazione al teatro Argentina a febbraio 2021. Come potrebbe cambiare lo spettacolo che è molto legato al tempo presente, al virus ed all’epidemia?

Siamo tutti molto preoccupati ed abbiamo un dovere ed una responsabilità in quanto direttori di teatri nazionali afferma Rodrigues. Catarina e la bellezza di poter uccidere fascisti nasce da aspetti concreti legati alla vicenda di un giudice portoghese che si era mostrato particolarmente indulgente verso crimini commessi da uomini verso le donne aggrappandosi alla Bibbia, specchio di un atteggiamento ultraconservatore, capace di una violenza perpetuata ed istituzionalizzata, residuo di 48 anni di dittatura in Portogallo, finita nel 1974 ma i cui strascichi sono ancora diffusi. È la piece di un gruppo di attori che pensano a come rapire il giudice, ispirandosi a I giusti di Camus o Le mani sporche di Sartre, visto che ciò che si porta in palcoscenico non illegale. La dimensione provocatoria dello spettacolo ha innescato reazioni forti da parte della stampa e della politica di destra per uno spettacolo solo annunciato e non ancora scritto e provato. Si era ancora alla primissima stesura ed alle prime prove poi sospese. Nel frattempo anche in Portogallo la destra populista sta crescendo. Ma è come rispondere presente quando la pandemia sta crescendo. E’ la storia di una famiglia di sole donne che una volta l’anno si trovano in casa per assassinare un fascista che hanno rapito. Ma l’ultima arrivata non vuole uccidere e scoppia la lite familiare. E’ arrivato il momento di prendere la distanza dalle cose, proiettando lo spettacolo nel 2024-2025: come diventerà la nostra società, con lo spettro della violenza politica nella crisi economica.

Riesce a provare ora, chiede Barberio Corsetti. Il lavoro iniziale è fortemente basato sulla collaborazione e interazione con gli attori ed ora non è possibile farlo, in questo periodo si è lavorato sul programma e sulle relazioni del teatro di cui è Direttore. Si è deciso di pagare tutti come se gli spettacoli fossero stati in scena con dispendio di risorse finanziarie. Con tanti rischi e incertezze sul futuro. Ci sono libri da leggere e progetti da scrivere, videoconferenze con gli attori ma si parla solo della situazione attuale. Unica cosa decisa è che ci saranno di sicuro nello spettacolo cantanti femminili e canzoni antifasciste dell’Emilia Romagna. Ha ricevuto sostegno dal Governo? La Ministra delle Attività Culturali è stata interpellata per avere un rimborso dei soldi spesi e dopo varie vicissitudini si è riusciti a ricevere le somme anticipate a tutti i lavoratori dei teatri che sono prima di tutto cittadini ed hanno problemi di sopravvivenza. Bisogna sostenere queste persone il più possibile. Come immagina la ripresa Tiago Rodrigues conclude Barberio Corsetti Come si posizionerà il teatro? Rodrigues ha il presentimento che cambierà ma non sa proprio come. Bisogna essere realisti. C’è voglia di reagire e partecipare, il web è stato assalito ma questo non è teatro. Davide Carnevali ha scritto un articolo esemplare su questo periodo, ma non ha ancora una idea chiara. Bisogna fermarsi e riflettere meglio. Ci vorrà tempo. Non si può più subire il nomadismo della velocità, vivendo tutto allo stesso modo. Nel mondo del teatro in cui si ruba il tempo alle persone, il nostro rapporto con il tempo dovrà essere più sensibile e intelligente.

Il 2 maggio alle ore 21 l’incontro di Giorgio Barberio Corsetti con il maestro della scena contemporanea, che va al cuore dell’identità politica e sociale del teatro, ovvero Thomas Ostermeier, regista tedesco e direttore della Schaubühne di Berlino.

Il regista esordisce porgendo le sue personali scuse per l’atteggiamento del governo tedesco nel non aver sostenuto gli eurobond. Lui stesso fa parte di un movimento europeista solidale con Italia e Spagna. Si considera cittadino europeo di cui condivide i valori sociali e culturali ma non quelli economici che anzi stanno portando ad una regressione per pregiudizi o luoghi comuni. I teatri europei sono chiusi e si è molto preoccupati della situazione, si sta sperando che i politici salvino il teatro e la cultura ma è molto difficile, soprattutto in Italia, visto i precedenti politici che hanno governato. Ostermeier ama l’Italia sin da quando ragazzino veniva dalla Baviera, un’Italia che resiste e spera, l’Italia di Dario Fo, Pasolini, Berlinguer. Nel lockdown pensava di poter leggere tutti i libri accumulati negli scaffali ma fa programmazione da più di tre settimane, raccogliendo materiale di autori, filosofi, scrittori e materiale di spettacoli tra gli altri di Milo Rau e Sasha Waltz, tutelando il diritto di autore ed evitando che finiscano in rete. Si comincerà con una interlocuzione con Annie Hernaux, si mostreranno i vari punti di vista su questa emergenza, perchè bisogna cambiare qualcosa, è una situazione eccezionale che può però permettere di migliorare tanto. Tornerà tutto come prima chiede Barberio Corsetti. Politici, industria ed economia dicono che siamo in bancarotta, dobbiamo dare più potere alle aziende e lavorare di più ma si sta usando la crisi per cambiare le leggi e togliere di mezzo attivisti ed ecologisti. Ci sarà la crisi del teatro indipendente e del lavoro delle maestranze, ritengono entrambi. E’ umiliante richiedere i sussidi sostiene Ostermeier, sarebbe più giusto e meno costoso utilizzare il lavoro intermettente. Riaprire gradualmente i teatri. E’ deprimente, l’esperienza di andare a teatro, l’energia e l’interazione con il pubblico è troppo importante. Altro genere di spettacoli? Bisogna in qualche modo riaprire ma non dipende dal teatro. Sarebbe meglio aspettare il vaccino, per tornare al teatro come ad una festa e celebrare la bellezza del teatro. Questa la sua idea di riapertura. C’è ovviamente il problema del lavoro, ma il pubblico avrebbe paura a tornare. L’ottimismo può però derivare da una lettura storica: ai tempi di Shakespeare ci fu la peste ma dopo mesi il tetro risorse e vennero scritte opere straordinarie.

Il palinsesto settimanale si è chiuso con gli appuntamenti domenicali: il secondo incontro di Luce sull’Archeologia sul tema Enea, Roma e il Tevere alle ore 11e l’ultima delle piccole lezioni di economia di Marco Cavalcoli con Scrooge’s digest alle ore 16. E’ giunto infine al termine il ciclo di favole serali Fiabe della Buonanotte, di teatrodelleapparizioni alle ore 21, fiabe che hanno fatto addormentare i più piccini.

data di pubblicazione:04/05/2020

ROMA EUROPA FESTIVAL 2020: Programma trentacinquesima edizione 23 settembre- 22 novembre 2020

ROMA EUROPA FESTIVAL 2020: Programma trentacinquesima edizione 23 settembre- 22 novembre 2020

Nei giorni in cui era prevista la conferenza stampa della 35esima edizione, Roma Europa Festival ha deciso di pubblicare il programma così pensato e costruito nei mesi prima della crisi assieme agli artisti, alle istituzioni e ai partner come segno di presenza e speranza per gli artisti e per il pubblico, proprio quando la violenza della pandemia in corso ha reso necessario chiudere le frontiere e fermare la mobilità delle persone.

Non si sa ora se e come si riuscirà ad accogliere e presentare tutti i progetti e gli spettacoli previsti, ma questa è l’occasione per impegnarsi a lavorare sin da subito al fine di garantire, dove possibile, un orizzonte alternativo nell’immediato futuro e di certezza per il prossimo anno.

Questo in sintesi il pensiero di Monique Veaute, Presidente di Fondazione Romaeuropa, di Fabrizio Grifasi Direttore Generale e Artistico Fondazione Romaeuropa  e di  tutto lo staff della Fondazione Romaeuropa.

Il teatro, la danza, la musica, il nuovo circo, le arti digitali e la creazione per l’infanzia sono gli strumenti attraverso i quali restituire una visione del mondo costruita nel segno dell’internazionalità e del dialogo culturale, delle contraddizioni dei nostri tempi senza rinunciare all’immaginazione, alle visioni del futuro e alla leggerezza. Tutti elementi che da trentacinque anni sono segno distintivo del Festival e che si ricollocano oggi nel segno di una rinnovata speranza e ripartenza.

La trentacinquesima edizione  è stata ideata nei mesi antecedenti la crisi legata al Covid19 e prevista dal 23 settembre al 22 novembre in 20 spazi della capitale con un programma di seguito riportato che potrebbe subire variazioni e spostamenti, di cui verrà data notizia.

Dopo l’opening affidato a Möbius, firmato dalla Compagnie XY insieme al coreografo Rachid Ouramdane, la grande danza internazionale è rappresentata da alcuni degli artisti che hanno attraversato la storia del festival e dalle nuove proposte del REf. Sono: Lloyd Newson – fondatore dei DV8 – per la sua prima collaborazione con un’altra compagnia, il Ballet Rambert, nel riallestimento dello spettacolo culto Enter Achilles (per la prima volta al REf nel 1998), Hofesh Shechter con la sua Shechter II per l’esclusivo riallestimento live di Political Mother, Dada Masilo con The Sacrifice, Emanuel Gat con  LOVETRAIN2020, Olivier Dubois con Itmahrag (tutte coproduzioni del REf20), Sasha Waltz con il suo Allee Der Kosmonauten, Virgilio Sieni e Mariangela Gualtieri con Ossicino, Enzo Cosimi con Coefore Rock & Roll, Nacera Belaza con Le pur hasard in dialogo con la danzatrice Oona Doherty (in corealizzazione con Teatro di Roma), Taoufiq Izzediou con Botero en Orient e ancora Francesca Pennini guida di CollettivO CineticO per la prima assoluta del suo Manifesto Cannibale, altra coproduzione del REf e apertura della sezione Dancing Days, sguardo sulle tendenze della danza europea curato da Francesca Manica (quest’anno con le compagnie: Chatha, Hiva Sedaghat & Mitra Ziaee Kia, GN|MC Guy Nader | Maria Campos, Collettivo MINE e la selezione dal network Aerowaves).

Protagonisti del grande teatro internazionale sono Milo Rau e il suo Familie (coproduzione REf) Ersan Mondtag con De Living, Bashar Murkus e Khasabi Theatre con The Museum e Hash, Alexander Zeldin con Love (in corealizzazione con Teatro di Roma) e Arkadi Zaides con Talos e Necrepolis (in corealizzazione con Teatro Biblioteca Quarticciolo e Spellbound Produzioni).

Per il teatro italiano: Filippo Andreatta | OHT Office for a Human Theatre presenta 19 luglio 1985, una tragedia alpina (spettacolo di teatro musicale costruito insieme all’Ensemble Vocale Continuum e coprodotto dal REF) e Rompere il Ghiaccio (performance presentata in corealizzazione con il MAXXI); Bartolini/Baronio ritornano con la seconda tappa del loro Esercizi sull’abitare, Elvira Frosini e Daniele Timpano affrontano con cinismo e ironia l’eredità della Rivoluzione francese nella prima assoluta del loro Ottantanove mentre con Sonora Desert Muta Imago costruisce un percorso sensoriale sulla percezione del tempo in dialogo con la musica di Alvin Curran (i due spettacoli sono presentati in corealizzazione con Teatro di Roma); ancora Fabiana Iacozzilli (con Una Cosa Enorme) e la vincitrice di Biennale College Teatro – Registi under 30 Martina Badiluzzi (con The Making of Anastasia – TBC ) presentano – in corealizzazione con La Fabbrica dell’attore / Vascello – due differenti affondi sull’identità femminile.

Alla sezione Anni Luce curata da Maura Teofili il compito di presentare la più giovane scena italiana con gli spettacoli di Camilla Brison No land landy e Francesco Alberici Diario di un dolore e le letture delle drammaturgie di Caroline Baglioni (vincitrice Biennale College Teatro 2019 – Autori Under40) Tatjana Motta (vincitrice Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”) e Fabio Pisano (vincitore Premio Hystrio, Scritture di Scena 2019) nel progetto Situazione Drammatica curato da Tindaro Granata in collaborazione con Ugo Fiore e Carlo Guasconi. Il progetto vede la collaborazione di Rai Radio 3 nell’ambito di Tutto Esaurito! – Il Mese del Teatro.

Due le nuove progettualità destinate al sostegno della creatività italiana under35 presentate nell’ambito della sezione: Powered by REf, un percorso di tutoraggio e residenza costruito in collaborazione con Carrozzerie N.O.T., 369Gradi, Teatro Biblioteca Quarticciolo, ATCL Lazio e il Centro Unico Regionale delle Residenze del Lazio e MashUp un percorso di formazione volto all’incontro tra differenti discipline e guidato da Daria Deflorian, Marta Ciappina, Francesco Villano e Filippo Lilli. I due progetti si affiancano al rinnovato appuntamento con DNAppunti Coreografici (per il supporto ai giovani coreografi), il concorso Vivo d’Arte promosso dal Ministero per gli Affari Esteri (destinato agli artisti italiani Under35 residenti all’estero) e Sound of Silences concorso per la musica per immagini presentato da Edison Studio in collaborazione con la Cineteca di Bologna.

A rappresentare la grande musica contemporanea sono, invece, Max Richter di ritorno dopo sette anni di assenza dai palcoscenici italiani con due dei suoi più grandi successi The Blue Notebook e Vivaldi Recomposed eseguiti dal Max Richter Ensemble e dalla Finnish Baroque Orchestra in un live in corealizzazone con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; Wim Mertens con il suo Inescapable Tour nato in occasione dei suoi quarant’anni di carriera;  Bryce Dessner  di ritorno al REf per un doppio appuntamento al fianco di Katia e Marielle Labèque e dell’ensemble di percussionisti BlowUp e ancora Andrea Belfi, Pianohooligan (Piotr Orzechowski) e Fabrizio Ottaviucci oltre all’escursione musicale di Ascanio Celestini insieme al PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble (in collaborazione con Musica per Roma) nella sua rilettura di Pierino e il Lupo di Sergej Sergeevič Prokof’ef. Robert Henke torna al festival con un nuovo live costruito con i Commodore degli anni Ottanta e con le sue sonorità e visioni elettroniche costruisce un ponte ideale con la sezione Digitalive, a cura di Federica Patti, dedicata alle culture digitali, centrali nelle produzioni performative e installative di Quayola, Myriam Bleau, Salò (la band formata da Emiliano Maggi, Toni Cutrone di MAIMAIMAI, Giacomo Mancini e Stefano Di Trapani), Éric Minh Cuong Castaing – Shonen Company, Mara Oscar Cassiani, John Walter, Alexander Whitley (presentati nell’ambito della stagione UK_Italy 2020), RUFA/VR Project Room, Lorem, Massimo Pupillo, Stefano Pilia, Stephen Keller FEAT. Andreas Fischer e Not Waving & Dark Mark (il progetto nato dal sodalizio tra Alessio Natalizia e Mark Lanegan).

Ad animare la sezione REf Kids & Family curata da Stefania Lo Giudice sono invece gli spettacoli di teatro, musica, danza e nuovo circo dedicati ai bambini e alle loro famiglie proposti da Teatro del Carretto, Locomoctavia, Roberto Abbiati, Les Grandes Personnes, Oorkaan, Teatro Mobile Compagnia Girovago e Rondella e Compagnia Dromosofista, Compagnia Teatro Viola, Alexandra Dariescu e Compagnia 4×4.

Sono invece rinviati al 2021 Persone/37d03d – a collection of artists, heppening realizzato dal collettivo guidato da Bryce e Aaron Dessner dei National che dal 2016 ha visto l’adesione di più di 160 artisti, Reich/Richter, concerto del celebre Ensemble Intercontemporain in cui le musiche di Steve Reich dialogano con le immagini video prodotte dal pittore tedesco Gerhard Richter, e Futureland spettacolo di teatro documentario della regista argentina Lola Arias con il Maxim Gorki Theater.

data di pubblicazione:26/04/2020

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 5: incontro con Lucia Mascino e Ascanio Celestini

La settimana appena trascorsa ha offerto una serie di proposte digital da parte del Teatro di Roma, che aderisce alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale, attraverso un variegato cartellone di arte e intrattenimento, programmato dal 21 al 26 aprile su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube) tra cui spiccano le letture di Lucia Mascino delle poesie di Pierluigi Cappiello e l’incontro di Giorgio Barberio Corsetti con il regista Ascanio Celestini.

Martedì 21 aprile alle ore 16 c’è stato l’appuntamento con il talk che, in occasione del Natale di Roma, ha riproposto il primo incontro del ciclo Luce sull’Archeologia di quest’anno, per raccontare le origini di Roma, tra mito e storia, attraverso la collaborazione e i contributi introduttivi dello storico dell’arte Claudio Strinati, del giornalista Andreas M. Steiner e del professore Massimiliano Ghilardi.

Nella sezione schegge&racconti  mercoledì 22 alle ore 12 il poeta e cantante del paradosso, Ivan Talarico, ha proposto in esclusiva per il Teatro di Roma la seconda parte di Buonismo in cattività, un tentativo di discorso sul presente, fatto di poesie e brani musicali.

Doppio appuntamento giovedì 23 con Biancofango alle ore 12 con i versi del poeta francese Charles Baudelaire di Paesaggio, un’occasione per ripartire dalla prima parte di una trilogia dedicata alla poesia maudit, andata in scena in Stagione al Teatro Torlonia mentre Monica Demuru alle ore 16 ha concluso il ciclo di letture di Historiae della poetessa Antonella Anedda.

Venerdì 24 alle ore 16 un momento molto toccante con l’attrice Lucia Mascino che ha letto alcuni componimenti di uno dei poeti contemporanei italiani più amati, Pierluigi Cappello, bellissimi brani tratti dalla raccolta Un prato in pendio.

Per l’appuntamento settimanale con i talk&dialoghi  Giorgio Barberio Corsetti  sabato 25 alle ore 21 ha, conversato con Ascanio Celestini, tra i volti più noti del teatro di narrazione italiano.

Un tempo lungo, una condizione strana quella che sta vivendo Celestini, come tutti ovviamente, tempo in cui si prova a mettere a posto pensieri e cose, a buttare del materiale e recuperarne dell’altro. Accorgendosi che non sempre è possibile. Purtroppo una importante intervista registrata su un vecchio supporto alla parlamentare e partigiana Bianca Guidetti Serra che aveva raccontato la storia di Emanuele Artom partigiano ebreo a cui lei avrebbe dovuto consegnare dei libri mai consegnati perché Artom fu torturato ed ucciso, intervista registrata che oggi non è più recuperabile. Non è come la carta stampata che in questo momento è paradossalmente la tecnologia più affidabile.

Come vede il 25 aprile Celestini in questa reclusione chiede Barberio Corsetti. Il regista sarebbe dovuto essere a Milano con lo spettacolo Radio Clandestina sull’eccidio delle Fosse Ardeatine. La festa della Liberazione è stato normalmente il momento in cui le persone si incontrano fisicamente, come la gente alla fine della guerra. Cosa che oggi non è possibile, in quanto viviamo una reclusione che ci segue anche quando siamo soli.

La recessione che prima o poi finirà ci porterà a capire cosa è necessario o cosa no quando si ripartirà sottolinea Barberio Corsetti. Celestini non creda succederà, il minor inquinamento che stiamo registrando in questo momento è incidentale. Lo streaming di uno spettacolo teatrale ha senso quando lo spettacolo è dal vivo perché è qualcosa in più ma non è sostitutivo. La differenza c’è e non possiamo pensare a un teatro in streaming, si può pensare ad un’alternativa perché il teatro vive di performer, di pubblico e collettività sottolinea Barberio Corsetti.

Il teatro è quello che c’è prima e dopo lo spettacolo unito anche a tutte le attività che anche il pubblico deve pianificare, l’andare ed il tornare, una serie di scelte, oltre al lavoro dell’artista, dei tecnici, la fisicità ed il contatto del teatro, non è solo la performance in senso stretto. Non si può buttare via tutto. Quando il teatro apre i propri battenti ci sono una varietà di persone che interagiscono con lo spettacolo, un pezzo di mondo, in quanto il teatro è un presidio culturale e antropologico. Bene che venga programmato in Tv, però il momento live è diverso. Bisogna trovare la modalità di mettere a posto tutto quello che è intorno al teatro, con i necessari distanziamenti, ma non c’è un’alternativa alla presenza fisica in teatro ed i teatri vanno tenuti aperti.

Tournee e lavoro stagionale sembrano crollati ma bisogna ricostruire il tutto garantendo la sopravvivenza delle maestranze ribadisce Barberio Corsetti. L’abitudine alla precarietà ha segnato tutto il settore, dice Celestini, ma si è sempre andati in scena; oggi bisogna aprire gli occhi, tutelandoci di più, uscendone il prima possibile senza cambiare il lavoro. Il teatro deve aprire e funzionare anche con meno spettatori. Importante anche la sicurezza, lavorando nell’emergenza con il contributo di tutti, una task force integrata.

Domenica 26 alle ore 16 Marco Cavalcoli con le piccole lezioni di economia, Scrooge’s digest, ha continuato a riflettere sul denaro attraverso la figura del più arcigno e letterario dei capitalisti, Ebenezer Scrooge.

Sono proseguite le Fiabe della Buonanotte del Teatro delle Apparizioni, ogni mercoledì, venerdì e domenica alle ore 21 ed e i tutorial per ragazzi con e senza disabilità di Piero Gabrielli, ogni domenica alle ore 11.

Ha continuato a riempire ogni silenzio del tardo pomeriggio, Radio India, la stazione radiofonica live di Oceano Indiano, tutti i giorni dalle 17 alle 20, in diretta streaming su www.spreaker. com e in podcast anche su spotify e sui canali social del Teatro di Roma.

data di pubblicazione:26/04/2020

#TDRONLINE 7: incontro con Lucia Calamaro e Phia MénArd

#TDRONLINE 4: incontro con Milo Rau

La settimana appena trascorsa ha offerto una serie di proposte digital da parte del Teatro di Roma attraverso un variegato cartellone di arte e intrattenimento, programmato dal 14 al 19 aprile su tutti i suoi canali social (Facebook, Instagram e YouTube); meritano una menzione speciale la lettura dei versi del russo Evgenij Aleksandrovič EvtušenkoVorrei nascere in tutti i paesi, da parte di Tommaso Ragno e l’incontro di Giorgio Barberio Corsetti con il regista Milo Rau.

Con l’#TdROnline per la campagna #iorestoacasa #laculturaincasa, martedì 14 aprile alle ore 16 c’è stato l’appuntamento con il talk che ha riproposto la registrazione dell’incontro assembleare sui presidi culturali romani, Roghi di Libri, un dibattito pubblico partito da La commedia della vanità di Elias Canetti per discutere sul presente e futuro culturale di Roma.

Nella sezione schegge&racconti, mercoledì 15 alle ore 12 Ivan Talarico, autore di un’originale formula di teatro canzone, ha allestito per il Teatro di Roma Buonismo in cattività, un interessante discorso sul presente, fatto di poesie e brani musicali, che, con leggerezza ed ironia, prova a riorganizzare l’orizzonte di questi tempi paradossali.

Giovedì 16 aprile doppio appuntamento online con la parola letta e declamata. Tommaso Ragno alle ore 12 ha letto i versi del russo Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, Vorrei nascere in tutti i paesi, una poesia che connette idealmente tutti gli abitanti del mondo in una sola umanità, proprio nel momento in cui tutti stiamo davvero provando una condizione simile, inedita ma comune. Nel pomeriggio alle 16 è proseguito il ciclo di letture di Monica Demuru che ha portato in voce i versi tratti da Historiae di Antonella Anedda, una delle poetesse più rappresentative e profonde degli ultimi anni.

Lettura di Silvia D’amico di alcuni brani di Luna pallidassi, venerdì 17 alle 16, per accompagnarci nelle atmosfere del racconto di Natalia Ginzburg, ricordi e memorie di un universo familiare e del suo placido disordine quotidiano.

Sabato 18 aprile alle ore 21 per la sezione Talk&Dialoghi Giorgio Barberio Corsetti ha conversato con l’acclamato teatrante-cineasta svizzero di fama mondiale, Milo Rau, per una riflessione potente sul teatro e la scena.

Quello di Milo Rau è un “teatro documentario” fortemente politico, che mira a mettere in discussione le dicotomie su cui si struttura il teatro e l’arte contemporanea. I suoi spettacoli seguono spesso la forma del reenactment, cioè della ricreazione in scena di un fatto di cronaca, un avvenimento storico, di documenti e testimonianze che provengono direttamente dalla realtà, coinvolgendo attori ma anche personaggi pubblici e interpreti non professionisti. Nel 2019 Milo Rau è stato ospite di Romaeuropa con il suo Orestes in Mosul e poi della stagione del Teatro di Roma con La rivolta della dignità – Resurrezione. In questi giorni si trovava in Brasile, per l’allestimento di Antigone, con il Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST) e delle popolazioni indigene a Marabà, ma le prove sono state sospese. Una situazione complicatissima quella dell’Amazzonia trasposta nella tragedia greca. Antigone è indigena e gli attori sono degli attivisti. Gli indigeni rappresentano gli ultimi veri rappresentanti delle civiltà tradizionali in contrapposizione al capitalismo opprimente ed imperante. Un continente a parte l’Amazzonia, con Bolsonaro sta cercando di contattare la popolazione per informarla del virus ma in qualche modo anche esponendola al rischio di contaminazione. Rau è ora in Germania con la famiglia e sta scrivendo la drammaturgia via Skype con l’attrice Kaisara che è in Amazzonia tra la sua gente. Strano e bellissimo al tempo stesso. Crisi e isolamento: Rau si sente come uno studente ventenne, nell’incertezza assoluta, non si sa se i festival di Avignone, di Salisburgo ci saranno ed è così per tutto. Occorre non perdere il buonumore in questo isolamento. Ci siamo liberati dal dittatore, il capitalismo è morto, questo è il senso di euforia che lo accompagna misto ad una percezione di malinconia. Le speranza dei socialisti da salotto sono verso una solidarietà diffusa, che forse si fermerà solo all’Europa ma non sarà di certo mondiale. C’è un rallentamento sano della macchina, oggi si lavora di più in una situazione paralogica. Come saranno le cose dopo? Tutto ciò è un prologo, prosegue Rau, alla crisi climatica, è un apprendistato per Governi e singoli, il Re Capitalismo è nudo in questo momento. Dovremo salvare le grandi aziende come nel 2008? Cosa faranno queste imprese per il pianeta? Esiste oggi di sicuro l’amicizia dei libri, la Bibbia ed il Capitale su tutti. Come sarà la vita del teatro prossimo, con pubblico a distanza di sicurezza, con sale quasi vuote, a modalità ridotta, chiede Barberio Corsetti. Prima bisogna capire e riorganizzare. Bisogna partire probabilmente con le piece più avanguardiste che attirano meno pubblico normalmente, anche se bisogna raggiungere l’80% di spettatori per essere in pareggio ed in queste condizioni sarà difficilissimo. Oppure inventare nuovi metodi, con maschere protezioni per il pubblico. Il live stream non è la stessa cosa, non è teatro, sono più interessanti convesazioni e scambi come questo, sostiene Barberio Corsetti, o usare la radio per raccontare quello che si ama, ciò che è fonte di ispirazione. La situazione lavorativa è complicatissima; essere il direttore artistico di Gand e se non si producono spettacoli e non si va in tournee non si guadagna, è il prezzo della globalizzazione dell’arte. La paura dà però tanta speranza in questo momento.

Domenica 19 alle 16 sono proseguite le piccole lezioni di economia, Scrooge’s digest, con cui Marco Cavalcoli riflette sul denaro attraverso la figura del più arcigno e letterario dei capitalisti, Ebenezer Scrooge.

Continua a trasmettere Radio India, la stazione radiofonica live di Oceano Indiano, con un palinsesto quotidiano, tutti i giorni dalle 17 alle 20, in diretta streaming su www.spreaker.com in podcast anche su spotify e su tutti i canali social del Teatro di Roma.

Per le giovani generazioni infine le favole serali per i piccoli, Fiabe della buonanotte, di teatrodelleapparizioni, mercoledì 15, venerdì 17 e domenica 19 sempre alle ore 21 ed il programma di giochi di teatro e il tutorial del Laboratorio Integrato Piero Gabrielli per la creazione condivisa di una canzone e video clip, domenica 19 alle ore 11.

data di pubblicazione:19/04/2020