BULLET  TRAIN di David Leitch, 2022

BULLET TRAIN di David Leitch, 2022

Ladybug (coccinella), un killer non particolarmente assistito dalla fortuna in altre missioni, per di più in crisi esistenziale, è inviato dal suo capo a Tokyo su un treno ad altissima velocità (?) con obiettivi apparentemente di facile soluzione (salire su un treno e recuperare una valigetta). Lo sfigato sicario non vuole deludere il committente ma l’avventura si complica a dismisura per la concorrenza inattesa di un manipolo di assassini ben più determinati del nostro. Seguono inenarrabili peripezie sul treno in corsa.

Presentato a Roma il 24 agosto nell’ambito della III edizione del Floathing Theatre, manifestazione ideata da Alice nelle Città (quasi a non farci rimpiangere le produzioni USA della gestione Monda della Festa del Cinema?), Bullet Train è un divertente action movie con un grande merito: non prendersi mai sul serio! Innegabili e dichiarati echi e crediti verso il cinema di Tarantino, di Park Chan-wook, di Guy Ritchie, di Bong Joon-ho: quasi omaggi, che sul concetto non originalissimo della sorte inanellano una serie di situazioni ora splatter, ora decisamente comiche, ora divertenti tout court. Il tutto al solo scopo di un totale divertimento cui per primi sembrano partecipare gli attori, individuati dal poliedrico David Leitch (Deadpool 2 e poco altro). Dunque, poco importa se nelle pieghe del racconto ci sono sprazzi di temi universali (la sorte che si può mutare) o filosofici , il film è un puro intrattenimento scanzonato, lo ribadisco, è come tale dev’essere fruito in tempi davvero grami per il cinema su grande schermo. Alla festa partecipa un cast di attori in grande, direi, grandissimo spolvero. Non c’è solo Brad Pitt , in splendida forma (le signore confermano!) a regalarci gags e scazzottature d’altri tempi. Con lui ci sono uno stuolo di grandi professionisti, tra cui cito Joey King, Aaron Taylor-Johnson, Brian Tyree e il super cattivo Michael Shannon, tutti in armonia, e, come dicono i “ggiovani” tutta gente fichissima! Adattamento per lo schermo di un best seller giapponese, I sette killer dello Shinkansen, dello scrittore Kotaro Isaka, Bullet Train è scritto da Zak Olkewicz e ben diretto da David Leitch, già stunt man di Brad Pitt in altre pellicole. Ovviamente il romanzo originario viene traslato secondo i parametri hollywoodiani accentuandone i momenti d’azione a scapito dei dialoghi filosofici e dei personaggi giapponesi, orientali, come pure il regista calca la mano sulla caratterizzazione dei criminali, un coacervo di mafia russa, Yakuza giapponese, killer statunitensi. Film corale all’insegna di intrattenimento “scacciapensieri”, un ibrido tra un film di Guy Ritche e uno di Quentin Tarantino. Un assordante ma giustificato commento hard rock si incastra alla perfezione.

data di pubblicazione:26/08/2022


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DOWNTON  ABBEY II – UNA NUOVA ERA di Simon Curtis, 2022

DOWNTON ABBEY II – UNA NUOVA ERA di Simon Curtis, 2022

Continua sul grande schermo la saga dei Crawley, questa volta alle prese con un’inaspettata eredità, una villa in Costa Azzurra e l’arrivo di una troupe cinematografica che affitta la dimora di famiglia.

 

Dopo 52 episodi televisivi e un primo film per il cinema, la vena di Julian Fellowes il fortunato e lungimirante creatore della saga, qui in veste di sceneggiatore, inevitabilmente comincia a perdere qualche colpo. Fellowes, nel tempo (le sei stagioni della serie tv) ha avuto la capacità di costruire

ingranaggi quasi perfetti, ha saputo creare e descrivere personaggi, diversi tra loro (nobili, borghesi, valletti e cameriere) tutti destinati ad emozionare e intrigare pubblici di differenti latitudini. La serie, pluri- premiata che partiva dalla data del naufragio del Titanic (1912) nel film in questione arriva a cogliere il passaggio dal cinema muto a quello del sonoro (il crepuscolo degli anni ‘20). Occorre rilevare che il meccanismo perfettamente oliato per i tempi e le cadenze seriali , perde qualcosa sul grande schermo sia pure in una trama sviluppata in oltre due ore. I personaggi sono meno caratterizzati, seppure ancora una volta splendidamente sorretti dalle ottime interpretazioni dei “soliti” bravissimi attori. I dialoghi, a volte, sono un po’ scontati, se non involontariamente risibili e le idee , vedi il film nel film, non sempre del tutto originali e convincenti. Naturalmente, non è il caso di andare troppo per il sottile, seppure inferiore ai precedenti episodi, la nuova era di Downton Abbey per la regia di Simon Curtis, rimane un’avventura godibile e di facile fruizione. Il pubblico e chi scrive si è troppo affezionato negli anni a Lord Crawley (Hugh Bonneville), alla bella, algida e timorata Lady Mary Talbot (Michelle Dockery) e naturalmente alla spumeggiante e ironica Lady Violet, contessa madre di Grantham (Maggie Smith), per tacere dell’ineffabile maggiordomo capo Mr.Carson (Jim Carter) e dei tanti altri co-protagonisti, per non incuriosirsi ed apprezzare misuratamente le collaudate dinamiche corali messe in atto anche in questa pellicola..

Il precedente film del 2019, diretto da Michael Engler, era costato 13 milioni di euro e ne aveva incassati ben 190 a testimoniare la grande affezione del pubblico ai personaggi della serie tv britannica più famosa e premiata di sempre. E’ assai probabile che lo stesso, o anche in misura maggiore, avverrà per Downton Abbey del 2022, probabile definitiva conclusione della saga. Sulla trama non mi soffermo ma tranquillizzo che sia pure “all’acqua di rose” tutte le problematiche inespresse nelle precedenti puntate troveranno facili e adeguate soluzioni con qualche piccolo colpo di scena che risparmio ai lettori. Inutile dire che le musiche, le scenografie, così come i costumi ,per la gioia delle signore, il cast e l’inevitabile lieto fine, rappresentano comunque la garanzia di uno spettacolo già collaudato e nel complesso gradevole.

data di pubblicazione:01/05/2022


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RISTRUTTURAZIONE di e con Sergio Rubini

RISTRUTTURAZIONE di e con Sergio Rubini

(Teatro Ambra Jovinelli – Roma, 29 marzo/10 aprile 2022)

Il racconto in prima persona delle disavventure, comuni a molti italiani, legate all’acquisto e la ristrutturazione della casa. Per Rubini il pretesto per proporre uno spettacolo divertente ma anche colto e intelligente.

 

Sulla scia di una programmazione che privilegia un divertimento mai becero e banale, l’Ambra Jovinelli riporta a Roma il nuovo spettacolo di Sergio Rubini, attore, autore e regista di apprezzate performances cinematografiche e teatrali. Ristrutturazione, ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini, questo il titolo completo del lavoro scritto a due mani con Carla Cavalluzzi, è il monologo autobiografico – quasi una confessione – dell’attore pugliese ( nativo di Grumo Appula, paese su cui lui stesso trova modo di ironizzare) alle prese con problemi sempre più drammatici connessi all’ acquisto e alle ristrutturazioni delle sue diverse abitazioni. Rubini, con il suo stile unico, porta sulla scena diversi comprimari incontrati nelle sue vicissitudini: la mamma che gli fa comprare la prima casa a Roma, le Banche con i loro mutui, gli architetti e soprattutto idraulici …più o meno capaci.

Il brillante monologo è costantemente arricchito da inserti musicali di alto spessore, grazie ai professionisti della band, Musica da Ripostiglio (Luigi Pirozzi, Luca Giacomelli, Raffaele Toninelli, Emanuele Pellegrini, assolutamente meritevoli di citazione) e da momenti decisamente “colti” (letture tratte da pagine di Vitruvio, Melville, etc). Ma, ripeto, la chiave di lettura preminente è il divertimento intelligente, mai volgare, sempre brioso, proposto e condotto da un Rubini nelle vesti di “entertainer” confidenziale, ma sempre ironico e spassoso .

Episodi, apparentemente banali nel racconto in scena, diventano battaglie epiche (il seminterrato che si allaga, la vasca che sprofonda, il tritarifiuti che richiede “lo spurgo”, la varechina che lo salva dagli odori pestilenziali…) e suscitano negli spettatori sincere risate e divertite riflessioni. Così, due ore trascorrono liete e godibili, perché dove non c’è Rubini con i suoi paradossali eventi casalinghi o le sue letture importanti, c’è la musica e le atmosfere splendidamente rese dalla band rigorosamente “live”. Dunque uno spettacolo completo in cui divertimento, musica e persino cultura si armonizzano appieno.

data di pubblicazione:01/04/2022


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MOONFALL di Roland Emmerch, 2022

MOONFALL di Roland Emmerch, 2022

Per eventi misteriosi e inconcepibili la luna esce dall’orbita terrestre e rischia di schiantarsi sul nostro amato pianeta con prevedibili disastrose conseguenze. Fortuna che la NASA vigila e prima di lei un appassionato cospirazionista, astronomo improvvisato. Si crea dunque un’improbabile “ammucchiata” di esperti e dilettanti che insieme all’ex astronauta Jo Fowler intuisce una soluzione e ahinoi ce la propina…

 

Se è vero che la prima scena di un film di azione targato USA può costare quanto un medio film di casa nostra, è altrettanto vero che, nel caso di cui trattasi , il livello di scempiaggini raggiunto è direttamente proporzionale ai costi. In generale, non sono incline alle stroncature, ma se, per errore, ci si imbatte in pellicole come Moonfall, l’etica professionale impone una severa censura e un affettuoso sconsiglio. La doverosa premessa non esclude naturalmente che ci siano state e ci siano pellicole di genere (fantascienza, disaster movies, fantasy, super eroi) pienamente riuscite e altamente spettacolari. Non così Moonfall, peraltro diretta da un buon artigiano come Roland Emmerich che senza essere Kubrick ci aveva regalato il godibile Indipendence Day.

Questa volta il pateracchio è completo e dal menù estraggo a caso pagine di complottismo che neanche un no vax, ansie artificiose che neanche Crepet…, teorie scientifiche che neanche Paperino sotto allucinogeni (la Luna, tutt’al più si allontana dalla terra…). Purtroppo non esagero nel segnalare che per due ore e dieci minuti, confortati – si fa per dire- da un commento sonoro assordante e distonico ci si sottopone alla visione di un campionario misto che va dall’incredulità, all’impossibile transitando per una ingenuità fanciullesca. Se quanto sopra non bastasse a dissuadervi da insani propositi (lo so, non è che al cinema ci sia tanto in questo periodo!), e sorvolando sulla trama per decenza, non posso che evidenziare lo scarso contributo dei poveri attori, il premio Oscar, Halle Berry e John Bradley, sbiaditissima copia del grande Paul Newman, immeritatamente coinvolti nella scombicchieratissima e irresponsabile sceneggiatura e incapaci di dare un sia pur minimo spessore ai personaggi. Ma, almeno gli effetti speciali? Non mancano e non oso pensare a quanto siano costati, ma sono lì anche loro come un corpo estraneo, confusi e slegati, roboanti ma poco coinvolgenti come purtroppo tutto il film.

data di pubblicazione:30/03/2022


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THE BATMAN di Matt Reeves, 2022

THE BATMAN di Matt Reeves, 2022

C’è del marcio a Gotham City e di questo Bruce Wayne ne è ben conscio, anche se è solo da due anni che veste i panni di Batman. Si trova comunque ad affrontare un pericoloso serial killer, l’Enigmista anche lui a caccia di influenti concittadini di Wayne (corrotti?). Qualcuno, nuovi e vecchi alleati, gli darà una mano a scoperchiare la rete di corruzione che attanaglia la città.

La sceneggiatura di The Batman si basa originariamente sui fumetti di Bob Kane, ma lo stile del regista Matt Reeves (Cloverfield, Il Pianeta delle Scimmie) che l’ha scritta insieme a Peter Craig (Hunger Games), sembra attingere più a quello del miglior Frank Miller di Sin City . Questo per restare nel campo dei cultori dei comics. Fortunatamente, questo The Batman, ennesimo episodio di un super eroe già visto n volte sugli schermi con esiti non sempre memorabili (a parte la notevole trilogia di Nolan, s’intende) ambisce ad entrare nel grande cinema tout court, attraverso una pellicola ricca e sfaccettata di grande impatto visivo ed emotivo.

Uno spettacolo che abbraccia più generi e che non si sottrae nell’affrontare problematiche anche scomode (la povertà diffusa, la corruzione dilagante, il razzismo sociale) amalgamandole all’interno di un tessuto “noir” quando non “horror”. Sin dalle prime immagini il film si preannuncia dark: atmosfere cupe che riportano al miglior Blade Runner, una Gotham City post- industriale ripresa , non a caso, sulle note di, Something in The Way dei Nirvana. In quel contesto   fa la sua apparizione il nuovo Cavaliere Oscuro che in sella alla sua bat-moto, sussurra: Io sono la vendetta! suggerendo il filo conduttore della trama.

Se si mettono da parte pregiudizi sul genere (ma quale nella circostanza?) ci si trova a cospetto di una pellicola di tre ore girata con grande mestiere, pregna di invenzioni e soluzioni visive altamente coinvolgenti, con un quadro psicologico quantomai attento ai vissuti dei protagonisti. Oltre il fumetto dunque, seppure con la stessa accurata ricerca dei particolari e dell’estetismo dei migliori disegnatori, ma con scelte cromatiche, colonna sonora, sensazioni più dei dialoghi, personaggi, anche colpi di scena, in grado di creare/ricreare nello spettatore atmosfere che bene rappresentano lo spirito di Gotham City, una città che vive di notte e con la pioggia, ricettacolo di criminali e corruzione. In questo mondo batte il cuore di Wayne/Batman, il più “nero” dei Batman mai visti al cinema, un personaggio dilaniato perché sin da ragazzo, costretto a fare i conti con un passato avvolto nel mistero. Robert Pattison, con ciuffo nero e occhi diabolici incarna bene il nostro eroe, accanto a lui un cast eccezionale in cui ritroviamo, Paul Dano (già apprezzato in 12 Anni Schiavo) nel ruolo dell’Enigmista, Zoe Kravitz (Big Little Lies) l’alleata enigmatica Catwoman, il misurato Jeffrey Wright (No Time to Die) nei panni del tenente Gordon e ancora John Turturro, il mafioso Carmine, Falcone, Colin Farrell, il Pinguino e Andy Serkis, l’affezionato maggiordomo Alfred.

Nel nostro caso e in conclusione, si può affermare che la vera grande protagonista è la città, non la Napoli o la Roma di Sorrentino, ma un’ immaginaria Gotham City che sembra esistere solo nella pioggia e nella notte come e più della Los Angeles di Ridley Scott, e nel ricordo degli spettatori.

data di pubblicazione:02/03/2022


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