66. INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE BERLIN – OTTAVA GIORNATA

(Berlino, 11/21 febbraio 2016)

Certamente non tutti tra il folto pubblico presente in sala erano preparati ad affrontare, con enorme spirito di abnegazione, il film in Concorso di oggi che ci ha trattenuto inesorabilmente per otto ore. Il regista filippino Lav Diaz è stato meritatamente il protagonista unico di questa ottava giornata della Berlinale presentandoci il corposo film A Lullaby to the Sorrowful Mystery che a tratti ricordava le fumose rappresentazioni in bianco e nero del russo Andrei Tarkovsky con un utilizzo, forse a tratti eccessivo, del piano sequenza per risaltare la drammaticità del racconto stesso. Ci troviamo nelle Filippine, alla fine dell’ottocento, in piena guerriglia contro i colonizzatori spagnoli che stanno attuando una spietata offensiva per mantenere il potere della corona, in un paese oramai allo sbando e brutalmente decimato dalle truppe d’invasione del Capitano Generale. La vedova di Andrés Bonifacio, oggi considerato eroe nazionale della resistenza filippina, si aggira per la folta giungla in cerca del corpo del marito, incontrando personaggi dal comportamento ambiguo, a volte quasi mitologico. Il regista pone qui in atto la sua ben nota tecnica cinematografica di condurre lo spettatore in medias res, coinvolgendolo in tempo reale quale parte integrante della scena stessa e protagonista esso stesso dell’azione. Lav Diaz, che ama spesso trattare nei suoi soggetti il contesto socio-politico del suo paese, in questo suo ultimo film pone un risalto particolare al pensiero ed alle utopie dei ribelli che non si rassegnano alla violenza subita e cercano a tutti i costi di riscattarsi con altrettanta violenza ed un giusto sentimento di odio. Il regista, più volte premiato in Festival internazionali di prestigio, è molto conosciuto a Venezia per aver vinto il Leone d’Oro (Menzione Speciale della Giuria) nel 2007 nella sezione Orizzonti con il film Death in the Land of Encantos e l’anno successivo, sempre nella stessa Sezione, il Gran Premio con il film Melancholia: entrambe pellicole lunghissime. Sicuramente un film interessante quello di oggi, dove però una sforbiciata qua e là avrebbe di certo alleggerito lo spirito in sala ed evitato allo spettatore, poco avvezzo a tali maratone cinematografiche, questa esagerata prova di sopravvivenza.

data di pubblicazione:19/02/2016







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